Ho più volte sottolineato (sia nel mio libro "addio timidezza", sia in precedenti articoli) come l'ambiente familiare sia quello che più di ogni altro fattore incide nella formazione delle varie forme di ansia sociale e ciò, quindi, vale anche per la timidezza.
A favorire lo svilupparsi di questi tratti ansiosi della personalità sono sia il fare che il dire, cioè, da una parte gli atteggiamenti posturali, le mimiche facciali, le azioni fisiche svolte nei confronti dei minori; dall'altra le frasi di rimprovero, di ricatto, d'induzione ai sensi di colpa, i motti, i precetti morali ed etici.
Esiste, dunque, un repertorio dei comportamenti familiari, le cui forme, ripetute nel tempo, affluiscono nella mente del bimbo andando a costituire quell'insieme di conoscenze ed esperienze che partecipano, significativamente e in modo determinante, al processo di formazione della definizione del sé, degli altri e del mondo. Definizioni che vanno poi a caratterizzare le varie forme di timidezza che possono svilupparsi.
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