Premessa
Quando un pensiero, collegato a una determinata tipologia di situazioni, viene svolto in modo reiterato nella mente, acquisisce il carattere di automaticità.Quando un individuo è esposto a stimoli, esterni o interni, che presentano o ripresentano quella stessa tipologia di situazioni, circostanze o stati emotivi, per i quali si è determinata un’associazione tra queste e il pensiero automatico, quest’ultimo si attiva.
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Joan Mirò - mirar |
Un insieme così strutturato e tematico costituisce uno schema cognitivo.
Questa breve sintesi c’è utile per rendere chiara l’idea di cosa tratterò in quest’articolo. Riguardo a tali relazioni, non mi prolungo ulteriormente, visto che ne ho ampiamente trattato nel mio articolo “il livello gerarchico dei pensieri”.
Come si presentano alla nostra mente i pensieri automatici?
Sappiamo che dato il loro carattere di automaticità, questi pensieri possono presentarsi nella nostra mente in modo molto rapido, sintetica o addirittura lapidario, fino a poter coincidere con una credenza di base.
Sappiamo anche che i pensieri automatici lambiscono il livello cosciente e, talvolta, vi accedono. Ma è difficile individuarli quando non sai cosa cercare, soprattutto quando si è afflitti da timidezza o da altre forme di ansia sociale, poiché, in tali casi, la lettura, interpretazione degli eventi e dei fenomeni è ad alto contenuto emotivo.
L’insieme dei pensieri costituisce l’attività della mente, pertanto, quando parliamo di pensieri, non ci riferiamo solamente a un insieme di parole che pronunciamo dentro noi stessi, ma tutto un insieme di fenomeni che descrivono o rappresentano il contenuto della nostra attività cognitiva.
Prima che l’uomo inventasse il linguaggio fatto di parole, il suo pensiero non si esprimeva in modo verbale, ma in diverse altre forme.
L’immagine mentale è una di queste, nella nostra mente si presenta una scena, cui attribuiamo un significato, un senso, un legame logico. Ad esempio se ho paura di nuotare possono immaginare me stesso in una scena in cui sono sott’acqua che affogo; oppure se temo di essere respinto dalla persona che amo, posso immaginare il volto intransigente di lei; se temo di fare una brutta figura, posso immaginare una scena in cui ci sono persone che ridono di me.
L’immagine mentale è molto diffusa, e ognuno di noi ha sperimentato abbondantemente quest’esperienza, basta pensare ai sogni in cui non solo ci sono le immagini fisse, ma anche quelle in movimento, cioè dei veri e propri film.
Esse hanno la particolarità di essere immediate e al tempo stesso molto loquaci, la nostra mente non ha bisogno di creare una sequenza di parole che richiedono un processo logico più elaborato.
Dove una condizione emotiva trova difficoltà a esprimersi con un sistema verbale, l’immagine è una forma simbolica e rappresentativa molto efficace.
La cognizione, detta anche puro atto di coscienza, si presenta nella nostra mente come un elemento di conoscenza già dato. Abbiamo la sensazione di qualcosa che già conosciamo in fondo, o da sempre.
Spesso la cognizione è uno stato di coscienza che non abbiamo il coraggio di riconoscere, verso noi stessi, in forma verbale; in modo diciamo “ufficiale”.
Altre volte, la cognizione si presenta come dato di conoscenza che ci appare tanto chiara, da non aver bisogno di essere espressa in forma verbale o immaginativa.
In un certo senso è la forma di pensiero più economica dal punto di vista del lavoro mentale necessaria per produrla. È molto più immediata dell’immagine.
Mentre il pensiero verbale è descrittivo, mentre l’immagine rappresentativa o simbolica, la cognizione è la sostanza in sé. È pensiero allo stato puro.
Molto simile alla cognizione è l’intuizione. Ma mentre la cognizione è un dato di conoscenza, l’intuizione è l’atto creativo di un collegamento, di una relazione.
I pensieri possono presentarsi anche come eventi mentali del flusso di coscienza, una sorta di fiume in piena che non riusciamo a fissare in nessuna delle sue parti.
È tale che mentre a volte percepiamo il senso generale dell’intero flusso, in altre situazioni abbiamo la sensazione di non aver pensato affatto, in altre ancora siamo solo coscienti di essere stati attraversati da un flusso di pensieri.
A parte le forme con cui i pensieri si manifestano, spesso si presentano come sensazioni, come un sentirsi, come un vedersi metaforicamente, come percezione emotiva. In realtà in questi casi ci troviamo di fronte a un fenomeno che potremmo definire di “emozionalizzazione” del pensiero; è l’esprimere un pensiero in forma emotiva. Ma con l’emozionalizzazione del pensiero ci troviamo di fronte a un fenomeno in cui le situazioni sono interpretate in modo tale per cui non c’è separazione o distinzione tra fatti, emozioni e pensieri, sono percepiti come un’unica cosa.
Di quest’ultimo aspetto, ho trattato nel mio articolo “Timidezza e ansia sociale - la commistione tra fatti pensieri ed emozioni”.
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