26 maggio 2014

Nella normalità, la preoccupazione è una condizione mentale che scaturisce dalla valutazione di eventi e situazioni da cui possono scaturire possibili minacce. 

L’attenzione che ne deriva, è sostanzialmente finalizzata a non trascurare le valutazioni di rischio. Essa non si dilata in tempi elevati e si dissolve nel problem-solving

Questa tipologia di preoccupazione può essere considerata adattiva e costituire un’anticipazione mentale del problem-solving.

Nelle ansie sociali, questa condizione mentale, è un atteggiamento metodico, sistematico, esasperato, fino a generare sintomi ansiogeni, rimuginii e metacognizioni. 

La preoccupazione viene dilatata nel tempo, per cui lo stato di tensione e di stress psicologico, giunge a protrarsi anche per lunghi periodi.

L’ansia sociale e la timidezza inducono a una condizione di blocco, per la quale, la mente viene a trovarsi in una condizione di ristagno delle attività cognitive, e queste, sono dominate da una forte concentrazione attentiva sull’oggetto della preoccupazione, e in un modo fissatamente di controllo. 

Sovente, non riesce a risolversi nel problem-solving.

Yves Tanguy - indefinite divisibility
La preoccupazione tende a manifestarsi soprattutto in situazioni in cui è difficile attuare comportamenti di fuga come, ad esempio, prove o performance non evitabili, situazioni sociali obbligate, scadenze o altri tipi di situazioni improrogabili.

Il fattore principale che sta dietro alla preoccupazione esagerata è nella valutazione della minaccia. La persona timida valuta la possibilità di rischio, contenuto in un evento o una situazione, come con altissima probabilità che possa verificarsi.

La possibilità non è più un valore ipotetico, ma una quantità che tende alla certezza: possibilità e alta probabilità (o certezza) finiscono con il coincidere.

Nel momento in cui il timido valuta, come altamente probabile o certo, il verificarsi della minaccia, a seguito di una situazione non evitabile, la sua attenzione si concentra sulla necessità di monitoraggio, più o meno permanente. 

Questa necessità di controllo si manifesta per mezzo della preoccupazione.

La reiterazione di questo comportamento mentale produce un’abitudine, un modus vivendi, uno stile di risposta alle sollecitazioni.

Quando ciò si verifica, la preoccupazione fa un salto di qualità. Produce meta preoccupazione o, se preferisci, metacognizione

Ma in cosa consiste la meta preoccupazione?

Si verifica quando l’ansioso sociale o la persona timida sviluppa assunzioni, motti, precetti, incentrati sull’idea stessa della preoccupazione.

Per comprenderci meglio, possiamo rintracciarla in pensieri del tipo: 

  • Se mi preoccupo, ho più possibilità di controllare la situazione, 
  • preoccuparmi mi aiuta a sistemare le cose nella mente, 
  • quando comincio a preoccuparmi di qualcosa, non riesco più a smettere, 
  • il fatto di preoccuparmi, è un pericolo per la mia persona, 
  • se non mi preoccupassi, e accadesse ciò che temo, sarebbe colpa mia, 
  • se mi preoccupo, vuol dire che c’è un pericolo serio in vista,
  • preoccuparmi, mi aiuta a cavarmela, 
  • se non mi preoccupassi, potrebbero accadere brutte cose,
  • devo essere vigile, altrimenti chissà cosa può accadere.


Come ho precedentemente accennato, la preoccupazione può costituire un tentativo di problem-solving mentale ma, mentre nella normalità conduce a comportamenti centrati sul problema, nel caso dei soggetti timidi e degli ansiosi sociali, sfocia nell’attività di monitoraggio. 

In questi casi, per altri versi, la preoccupazione può essere considerata una strategia di fronteggiamento, tendente a sostituirsi al comportamento evitante; ma, come abbiamo visto, può produrre, a sua volta, altra preoccupazione.

4 commenti:

  1. Interessante questo discorso sulla preoccupazione. Io non credo di rientrare nella categoria dei timidi, però qualche ansia legata a certe situazioni sociali ce l'ho. E in effetti è vero che in questi casi mi preoccupo sempre molto, e se per caso mi accorgo che non mi sto preoccupando, scatta in me una sorta di campanello di allarme che mi dice che invece farei bene a preoccuparmi altrimenti rischio di non controllare più le situazioni.
    Il tuo articolo mi fa capire molto chiaramente come tutto questo sia solo uno scherzo dell'atteggiamento ansioso, perché è assurdo pensare che la preoccupazione possa aiutarci davvero a esercitare un controllo sulle situazioni.

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    1. Grazie per la valutazione positiva sui contenuti dell’articolo. Se ti interessa, puoi vedere l’archivio impostato per etichette, cioè in base agli argomenti o temi trattati. Basta che scorri il blog lungo il lato destro.
      Ma permettimi qualche considerazione.
      Se fai i conti con “qualche ansia legata a certe situazioni sociali”, direi che qualche forma di ansia sociale ce l’hai. Come la possiamo chiamare? Ansia da esame? Ansia da relazione? Ansia da performance (parlare in, esibirsi in ecc) pubblica? Ansia nelle conversazioni in gruppo? Ansia verso figure autoritarie o che ricoprono tali ruoli? Ansia sui luoghi di lavoro? Ansia da giudizio altrui?
      La timidezza, poi, si manifesta in innumerevoli forme. Per questo non esiste una sua definizione univoca. Certo, nell’immaginario collettivo, la persona timida è quella schiva che magari se ne sta in disparte, che arrossisce e così via. Ma ci sono anche i cosiddetti “timidi estroversi”, persone che appaiono dinamiche, estroverse, e a cui non gli si conferisce l’immagine di timido, ma che in certe specifiche situazioni, si trovano in forte disagio e ansia.
      Ma la tua potrebbe anche essere ansia temperamentale e, in tal caso, sarebbe, probabilmente, di origine ereditaria. Ma, non conoscendoti, qua stiamo nel campo delle ipotesi.
      Ciao

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  2. Credo di essere affetto da un tipo di ansia che mi impedisce di affrontare i piccoli problemi quotidiani con una certa tranquillità,ogni piccolo problema diventa una grande preoccupazione.
    Penso di appartenere alla categoria dei timidi e introversi ma i tuoi articoli mi stanno aiutando nel percorso di miglioramento.
    Forse dell'incapacità di fronteggiare i piccoli problemi di ogni giorno ne hai già parlato in qualche articolo precedente ,altrimenti spero di averti dato lo spunto per una tua riflessione intensa come sempre.

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    1. È probabile che tu sia afflitto da "ansia generalizzata" poiché i problemi che lamenti, sono tipici di questo tipo di disturbo..
      Non ho trattato questo argomento che non è propriamente una forma di ansia sociale, a cui questo blog è dedicato.
      L'ansia generalizzata, non ha a che fare, specificatamente, con il mondo delle relazioni sociali e agli eventi a esse collegate, ma ha a che fare con gli eventi in sé, indipendentemente dalla loro natura.
      È caratterizzata dal fatto che si manifestano, in modo persistente, i sintomi dell'ansia e la preoccupazione anche eccessiva.
      Non so se te ne sei reso conto. Ma, proprio in questo commento, emerge quella che, probabilmente, è una tua credenza di base o un pensiero automatico negativo: "incapacità di fronteggiare i piccoli problemi di ogni giorno".
      Il percepirti incapace a far fronte in modo efficace a determinate situazioni, ti spinge a considerarle ad alto contenuto di pericolosità. Da qui i tuoi stati ansiosi, l’eccessiva preoccupazione, i pensieri previsionali negativi.
      Comunque mi hai dato un buon spunto, grazie, ne tratterò proprio nel prossimo articolo. Non so se ci hai fatto caso, ma ho inserito una pagina intitolata “Sondaggio: Di cosa vorresti che parlassi?”, L' ho creata proprio per venire incontro ai vostri bisogni di conoscenza.

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Grazie per il commento