Nuovi obiettivi
Un modo per affrontare queste
problematiche è quello di ricorrere alle varie tecniche della mindfulness. Con
questo nome sono indicate un insieme, in qualche caso eterogeneo, di tecniche
di disposizione mentale che vanno da quelle a ispirazione “buddista”, a quelle
più specificatamente di estrazione cognitivista.
Il decentramento
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Ennio Calabria - la forma da dentro |
Quando siamo sottoposti a
situazioni di sofferenza emotiva o fisica, la nostra attenzione si concentra su
di essa. Nelle ansie sociali, nei disturbi d’ansia d’altro tipo, nei disturbi
dell’umore (depressione), l’attenzione è diretta verso i pensieri automatici
negativi, nel continuo rimuginìo sui temi della propria sofferenza psichica,
sul passato, su un ipotetico futuro negativo, sulla preoccupazione, sulle
emozioni come la paura.
Analogamente, in altri tipi di
situazioni stressanti, come ad esempio quelle da lavoro, la centralizzazione
del pensiero sugli eventi o stimoli stressanti, l’attenzione induce a
percepirli come più faticosi, esasperanti, pregnanti, pressanti.
In breve, nel momento in cui, il
pensiero si concentra sui fattori stressanti della nostra vita o delle
situazioni contingenti, cioè diventa fattore centrale della nostra attività
cognitiva e metacognitiva, le percezioni negative mentali o sensoriali,
acquisiscono maggiore intensità, frequenza, qualità e valore.
Come abbiamo visto, nella timidezza
l’attenzione tende a concentrarsi sul flusso dei pensieri negativi, i quali
acquisiscono anche una stabile centralità nelle nostre attività mentali.
La
centralità dei pensieri negativi, all’interno dell’attività cognitiva,
impedisce a quest’ultima di esplicare le sue funzioni propositive come, ad
esempio, il problem-solving, il libero ragionamento, l’apprendimento, la variazione
degli indirizzi d’interesse. Blocca, in pratica, il soggetto sofferente sulla
propria sofferenza e sulle credenze disfunzionali: il timido resta bloccato
nella sua timidezza.
I pensieri intrusivi sono
orientati verso la preoccupazione, il monitoraggio delle sensazioni interne e
dei propri processi cognitivi, sul fronteggiamento delle minacce interne ed
esterne, sul sé. Inoltre, hanno carattere fondamentalmente ruminante e
rimuginativo. Un tale carattere, intrusivo e ruminante, favorisce la loro centralità
nell’attività attentiva.
Il nocumento prodotto dalla
pervasività di questi pensieri, è dato dal fatto che emozioni, sentimenti e
sintomi d’ansia sono una loro conseguenza.
Dai pensieri scaturiscono le
sofferenze delle persone timide.
Una volta stabilito che la
strategia è quella di sostituire o modificare il contenuto disfunzionale delle
credenze e dei pensieri automatici, per permettere questo processo, è bene
favorire lo sviluppo di una visione critica degli schemi cognitivi
disfunzionali.
Questo scopo è raggiungibile con
più facilità se il soggetto timido, stressato e ansioso, riesce a decentrare il
flusso dei pensieri negativi che pervengono alla mente.
Diventa, quindi, strategicamente
importante riuscire a privare, della loro centralità, i pensieri negativi
intrusivi.
Ciò significa scardinare il loro carattere ruminante o rimuginativo,
e fermare la tendenza alla preoccupazione. Nel momento in cui, i pensieri
intrusivi e negativi, perdono centralità nelle attività mentali, perdono la
loro forza primaria, diventano una semplice fonte di attenzione periferica, non
hanno più potere condizionante e determinante; inoltre, vengono meno, un
insieme d’implicazioni, cognitive o comportamentali, correlate o discendenti. I
pensieri automatici, negativi e intrusivi, diventano semplici elementi del
paesaggio mentale, come se fosse un dettaglio qualsiasi della foto del bel
panorama del golfo di Napoli.
Se si riesce a far sì che i
pensieri negativi diventino flussi di puro transito, e che, quindi, smettono di
essere oggetto di attenzione primaria, di generare i processi di fusione, di
ruminazione e rimuginìo, di alimentare la preoccupazione, si ferma l’insorgere
delle emozioni negative, dei sintomi d’ansia e degli stati umorali deprimenti.
In breve, s’inibiscono le condizioni di stress emotivo e quelli fisici che ne
derivano.
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