Nel precedente articolo abbiamo visto le credenze intermedie
che l’individuo costruisce da sé come conseguenza delle proprie credenze di
base.
Ci sono altri tipi di credenze intermedie che generalmente sono apprese
nell’ambiente in cui si cresce, si vive o ci si rapporta.
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Simonetta Massironi - forma pensiero |
Si tratta di precetti familiari, assunzioni imperanti in
famiglia o nel gruppo di riferimento, leitmotiv acquisite anche per altre vie
comunicative, motti di gruppo, precetti di carattere religioso spesso espressi
in termini di divieti morali assoluti, miti cui sono erroneamente conferite
validità logiche, molti dei detti oggi considerati frutto della saggezza
popolare ma che sono vere e proprie trappole cognitive.
Queste credenze socialmente acquisite tendono molto a far
leva sul senso di colpevolezza, sulla disdicevolezza di determinati
comportamenti, sul valore prioritario del giudizio altrui, sull’obbligo di non
manifestazione di emozioni, sentimenti e idee, sull’obbligo di avere comportamenti
validati dagli ambienti sociali in cui si fa riferimento.
La loro disfunzionalità
sta, più che altro, nell’abitudinarietà del ricorso ad esse, nella loro
assolutizzazione e dogmatizzazione, in un uso che allontana dal raggiungimento
degli scopi.
Parte delle credenze intermedie socialmente apprese
risultano essere piuttosto diffuse e sono di varia natura.
Tendono a
giustificare comportamenti difensivi o di arroccamento; a validare preconcetti
verso l’altro o gli altri; a validare assunzioni arcaiche formatesi in tempi
antichi e in contesti sociali e culturale assolutamente differenti da quelli
attuali; talvolta sono derivazioni della sottocultura popolare; altre tendono a
trasferire sugli altri le cause o le colpe dei mali che possono intercorrere a una
persona deresponsabilizzando quest’ultima; altre sono delle vere e proprie
falsità.
Quasi tutte sono delle generalizzazioni che se intese in
modo assoluto costituiscono delle illogicità per nulla aderenti alla realtà.
Non mancano tra le credenze socialmente apprese anche quelle
di carattere doverizzante e molte di queste sono di origine religiosa. Quasi
tutte tendono a stabilire principi e concetti da cui non possono che discendere
delle doverizzazioni.
Una menzione particolare va fatta riguardo a quelle
credenze, trasmesse socialmente, in cui il tema del giudizio negativo degli
altri è predominante e tende ad assumere il concetto del primato del giudizio
esterno su idee, pensieri e comportamenti individuali.
Tali assunzioni
conferiscono sudditanza e dipendenza di ciò che è individuale rispetto a ciò
che socialmente condiviso o, detto in altri termini, si tratta di credenze in
cui il valore dell’individuo dipende dal giudizio altrui.
Avrai sentito dire
spesso frasi tipo: “Che diranno gli altri?”; “Se ti vedono così…”; “Che figura
ci facciamo…”; “Non farmi fare brutte figure”. Tali assunzioni producono una
gran quantità di problemi soprattutto nelle persone psicologicamente fragili.
In conclusione ti invito a visionare un lungo elenco di
esempi di credenze intermedie disfunzionali, lo trovi qui.
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