Un po’ di persone pensano che la timidezza sia di origine
genetica o, più genericamente, che sia innata. Simili pensieri sono riferiti
anche alle altre forme di ansia sociale.
È bene chiarire questa cosa. Non esistono forme di ansia sociale innate, né esiste alcuna prova scientifica che dimostri l’esistenza di
un gene che la determina.
![]() |
Simonetta Massironi - presenza |
La timidezza si forma quando si è in vita, e lo stesso vale
anche per tutte le altre forme di ansia sociale.
Non a caso, ho spesso descritto la timidezza come un disagio
sociale di natura cognitiva e riferita solo, ed esclusivamente, al mondo delle
relazioni umane.
Già parlare di natura cognitiva implica processi legati all’attività
della mente che possiamo descrivere come il dominio dell’interazione tra
relazioni derivate complesse di funzioni cerebrali che raggiungono una tale
complessità da non poter essere considerate come fenomeni “fisici”, ma dominio di
interazioni capaci di astrazioni che vanno ben oltre la materialità della fisica.
Tuttavia, probabilmente una maggiore sensibilità verso
determinati stimoli che favoriscono il manifestarsi dell’ansia può avere una
origine di stampo genetico. Ciò, però, non è sufficiente, in alcun modo, nello
stabilire un rapporto diretto e automatico tra ansia e timidezza.
Di certo le credenze di base che stanno alla radice della
timidezza, come di tutte le altre forme di ansia sociale, sono acquisite in
memoria come dati di conoscenza mediate dalle impressioni emotive vissute al
momento dell’esperienza da memorizzare.
La mediazione emotiva, che interviene nella descrizione
degli eventi, ha un notevole influsso nella fissazione del ricordo e delle
definizioni che ne scaturiscono, tale da trasformare la descrizione dell’esperienza
in una interpretazione non aderente alla realtà oggettiva.
“Son nato/a così è colpa mia”; “la mia timidezza è un errore”;
“è che io sono nata/o difettosa/o”; “avrei bisogno di qualcuno che mi
aggiustasse la testa”; “io non funziono bene”; “sono nato/a male”.
Le credenze disfunzionali che partecipano alla formazione
della timidezza possono cominciare a formarsi già nei primissimi anni di vita.
Molto dipende da come il neonato, l’infante o il fanciullo, percepiscono l’interazione
tra sé e i caregiver (le figure accudenti, in genere i genitori) e da come la
vivono emotivamente.
L’ambiente in cui si nasce e si cresce è di fondamentale
importanza per la crescita equilibrata di una persona. Ma non è solo la
famiglia a incidere sullo sviluppo di forme di ansia sociale. Possono
intercorrere fattori provenienti da altri ambienti come, ad esempio, la scuola,
la comunità sociale. Anche se questi ultimi fattori, fatta eccezione di traumi
significativi, per essere determinanti hanno comunque bisogno di innestarsi su
problematiche preesistenti.
Una forma di ansia sociale che si forma nei primi anni di
vita, tende spesso a incubare per poi manifestarsi durante l’adolescenza. Ma la
timidezza può manifestarsi anche prima.
Molte persone timide raccontano di esserlo sempre state, o
di esserlo stato sin da piccole.
La mancanza della consapevolezza di queste dinamiche, che
spesso non raggiungono neanche lo stato cosciente, fa sì che la memoria di una
condizione di timidezza persistente sin dalla fanciullezza o dall’adolescenza
possa indurre a pensare a uno stato in atto della propria condizione.
0 commenti:
Posta un commento
Grazie per il commento