Possiamo definire l’ansia da relazione uno stato angoscioso
interno, caratterizzato da ansia, paura e preoccupazione, che scaturisce da previsioni negative riguardanti una relazione in essere o ipotetica, considerata “predestinata” e che ha come conseguenza
una sofferenza considerata insopportabile o catastrofica per sé stessi.
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Alex Alemany - s.t. |
Svariate possono essere le cause di questa forma di ansia
sociale: possono riguardare le definizioni del sé o degli altri; essere
riconducibili a esperienze dolorose di perdite o abbandoni; derivare da
precedenti fallimenti; essere correlati a esperienze i cui esiti sono
scaturiti da causali indipendenti dagli attori; la disposizione temperamentale
a manifestare ansia e preoccupazione.
Ciò che accomuna i fattori attivanti dell’ansia da relazione
è la memoria o l’idea della sofferenza.
Questa forma di ansia sociale è, generalmente,
caratterizzata da una attività consistente di pensiero previsionale.
In genere, si tratta di più fattori che si intrecciano e
interagiscono tra loro.
L’ansia da relazione si caratterizza per la consistente preoccupazione
che si manifesta nelle attività elaborative riguardanti qualità e durata del
rapporto con l’altro/a, valore e sensatezza della relazione, opportunità
dell’arco temporale, maturità degli attori.
La persona con ansia da relazione, vivendo una condizione di
preoccupazione per il futuro del rapporto, si abbandona spesso al rimuginìo,
alla ruminazione sugli incidenti occorsi con il/la partner. Può anche
verificarsi un’intensa attività di controllo, per la quale l’ansioso sociale
monitorizza l’altro/a alla ricerca di quegli elementi che possano essere
ritenuti come segni premonitori di uno stato di crisi, di disaffezione, di
tradimento, di ripetizioni di eventi o comportamenti negativi già vissuti con
molta sofferenza in precedenti relazioni.
Per la verità, l’attività di controllo può anche essere
rivolta verso la propria persona e, in questo caso, alla ricerca di quelle
prerogative negative che si pensa di avere.
È chiaro che l’ansia da relazione implica una valutazione
del rischio molto forte. La persona afflitta da questa forma di ansia sociale
percepisce il rapporto che vive con l’altra/o a elevatissima probabilità di
scioglimento.
La percezione del rischio collegato implica un sentimento di
paura e preoccupazione non tanto per lo scioglimento della relazione in sé,
quanto per la sofferenza che ne deriverebbe e che è vissuta quasi come
insopportabile o catastrofica, ma anche per le condizioni susseguenti e che
riguardano i temi della solitudine e del futuro affettivo della propria
persona.
Nella storia di queste persone è quasi sempre riscontrabile la radice di un
attaccamento insicuro o evitante. Chiaramente con un’infanzia in cui ci si è
percepiti come non amabili o non attraenti, le credenze sul sé, che si sono
formate in queste prime età e che nel corso degli anni sono state confermate e
rinforzate, vertono su definizioni del sé che riguardano i temi della non
amabilità, della non attraibilità, della difettosità, della inadeguatezza a
vario titolo. Se pensiamo ai casi in cui l’infante ha percepito le figure di
accudimento come distanti, disinteressate, respingenti, possono essersi formate
credenze sul sé come soggetto incapace, inabile, difettoso, non amabile, ma
anche definizioni dell’altro come non affidabile, da controllare, pericoloso.
Di certo, il tema dell’inadeguatezza, nelle sue varie declinazioni, appare
centrale.
La persona che vive l’ansia da relazione può trovarsi su un
terreno scosceso su cui confliggono la sfiducia verso sé stessi e le proprie
prerogative, la sfiducia verso l’altro/a, o ambedue i fattori.
Nel momento in cui non si ha fiducia nelle proprie qualità,
il sentimento di inadeguatezza che si sviluppa spinge a previsioni negative
circa il futuro della relazione di coppia che si vive e in cui il pensiero di
proprie colpe, incapacità o inabilità, spinge verso un tema di fondo molto
vicino a quello del fallimento personale. In questi casi l’altro/a è visto come
destinato ad abbandonare il campo.
Quando, invece, la sfiducia è nei confronti
dell’altro/a, diventa più pregnante il tema dell’abbandono spesso, anche
accompagnato dalla cocente conferma di quelle credenze che considera gli altri
come soggetti non affidabili.
Nelle ansie da relazione il tema della perdita e
dell’abbandono sembrano essere quasi un leitmotiv.
Il dolore della non appartenenza è, probabilmente,
l’attivatore della paura di base di chi vive la relazione con ansia e
preoccupazione. Il non appartenere implica inevitabilmente la sofferenza della
solitudine, dell’emarginazione, della marginalizzazione, dell’idea del fallimento
di sé come persona o del mondo sociale come consesso violento o inospitale.
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