4 gennaio 2018


È il sognare a occhi aperti. Il day dreaming è un’attività del pensiero, nello stato di veglia, che si manifesta sia in modalità immaginativa, sia in quella verbale, sia in ambedue i modi.

Il fatto che si sogni quando si è svegli non implica, di per sé, uno stato cosciente o consapevole. Questa attività della nostra fantasia può manifestarsi in modo automatico, oppure stando in una condizione cosciente.

Paul Delvaux - il sogno
Nel primo caso, l’automaticità implica una storia abitudinaria nel ricorrere a tale attività, tale che questa si trasforma in una routine mentale che sfugge all’essere cosciente di svolgere tale pratica, anche se il fantasticare presuppone comunque l’intervento di un livello cosciente. 

In pratica, lo stato cosciente è presente nella elaborazione della fantasia ma la persona non è necessariamente consapevole che sta fantasticando.

Nel secondo caso, il day dreaming è una scelta cosciente. La persona timida decide volontariamente di dedicarsi al sogno ed è consapevole dell’attività che sta svolgendo.

Quando il day dreaming è in modalità automatica, il soggetto sognante perde totalmente il contatto con la realtà oggettiva del momento presente, si suol dire, generalmente, che ha la testa tra le nuvole. Ciò non gli permette di gestire questa attività di pensiero in termini temporali, di contenuti, in forma condizionale legato al contesto del momento presente. 

I processi mentali sono focalizzati nell’azione creativa della fantasia e, pertanto, l’individuo timido non ha ulteriori sufficienti energie psichiche per far fronte ad altri eventi e situazioni. 

Questo livello di distrazione non gli permette di gestire con efficacia i fatti contingenti del momento.

La modalità automatica del day dreaming presenta anche un’altra problematica: il distacco dalla vita reale e la progressiva perdita della capacità di gestirla, analizzarla, valutarla. Le persone timide perdono l’abilità di muoversi nel mondo reale.

La modalità cosciente permette una gestione temporale del day dreaming, una sufficiente presenza della coscienza nel momento presente, di essere autonomi rispetto all’attività del pensiero fantasticante.

Per un ansioso sociale, una persona timida, il day dreaming può essere una soluzione per interrompere il flusso dei pensieri negativi e ridurne la centralità. Ciò è però vero a condizione che il sogno ad occhi aperti non si sostituisca per intero, o in buona parte, alle altre attività di pensiero e attenzione.

Le attività di day dreaming troppo prolungate o ad elevata frequenza nel quotidiano, svolgono la stessa funzione del comportamento evitante sia fisico che mentale.

Un altro aspetto che va considerato è che il day dreaming si esprime in diverse forme. 

Una persona può sognare, ad occhi aperti, come ricostruire un quartiere della propria città; come si approccerebbe a una persona dell’altro sesso che gli piace; come gestirebbe i rapporti con determinate persone; il suo viaggio intergalattico; ma anche come modificherebbe il proprio corpo per piacere ad altri confermando, così, le credenze disfunzionali sul sé difettoso; quanto sarebbe intelligente ed efficace nel lavoro o nei rapporti con gli altri, rinforzando, in tal modo, ancora una volta le credenze disfunzionali sul sé incapace; quanto sarebbe buono, comprensivo e disponibile verso gli altri confermando, in questo caso, le credenze negative sul sé amabile.

Dunque, il day dreaming utile è quello che non va a rinforzare le credenze disfunzionali sul sé. Ma è anche quello che non si trasforma in uno strumento disfunzionale delle attività metacognitive e che, quindi, non assurga, a esempio, come processo positivo di soluzione di problemi o pensato come incontrollabile.


Il troppo fa sempre male, il poco può essere un piacere, ma conta anche e soprattutto cosa si sogna e come si sogna.


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