È il sognare a occhi aperti. Il day dreaming è un’attività
del pensiero, nello stato di veglia, che si manifesta sia in modalità immaginativa,
sia in quella verbale, sia in ambedue i modi.
Il fatto che si sogni quando si è svegli non implica, di per
sé, uno stato cosciente o consapevole. Questa attività della nostra fantasia
può manifestarsi in modo automatico, oppure stando in una condizione cosciente.
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Paul Delvaux - il sogno |
Nel primo caso, l’automaticità implica una storia abitudinaria
nel ricorrere a tale attività, tale che questa si trasforma in una routine
mentale che sfugge all’essere cosciente di svolgere tale pratica, anche se il
fantasticare presuppone comunque l’intervento di un livello cosciente.
In
pratica, lo stato cosciente è presente nella elaborazione della fantasia ma la
persona non è necessariamente consapevole che sta fantasticando.
Nel secondo caso, il day dreaming è una scelta cosciente. La
persona timida decide volontariamente di dedicarsi al sogno ed è consapevole
dell’attività che sta svolgendo.
I processi mentali
sono focalizzati nell’azione creativa della fantasia e, pertanto, l’individuo
timido non ha ulteriori sufficienti energie psichiche per far fronte ad altri
eventi e situazioni.
Questo livello di distrazione non gli permette di gestire
con efficacia i fatti contingenti del momento.
La modalità automatica del day dreaming presenta anche
un’altra problematica: il distacco dalla vita reale e la progressiva perdita
della capacità di gestirla, analizzarla, valutarla. Le persone timide perdono
l’abilità di muoversi nel mondo reale.
La modalità cosciente permette una gestione temporale del
day dreaming, una sufficiente presenza della coscienza nel momento presente, di
essere autonomi rispetto all’attività del pensiero fantasticante.
Per un ansioso sociale, una persona timida, il day dreaming
può essere una soluzione per interrompere il flusso dei pensieri negativi e
ridurne la centralità. Ciò è però vero a condizione che il sogno ad occhi
aperti non si sostituisca per intero, o in buona parte, alle altre attività di
pensiero e attenzione.
Le attività di day dreaming troppo prolungate o ad elevata
frequenza nel quotidiano, svolgono la stessa funzione del comportamento evitante sia fisico che mentale.
Un altro aspetto che va considerato è che il day dreaming si
esprime in diverse forme.
Una persona può sognare, ad occhi aperti, come
ricostruire un quartiere della propria città; come si approccerebbe a una
persona dell’altro sesso che gli piace; come gestirebbe i rapporti con
determinate persone; il suo viaggio intergalattico; ma anche come
modificherebbe il proprio corpo per piacere ad altri confermando, così, le
credenze disfunzionali sul sé difettoso; quanto sarebbe intelligente ed
efficace nel lavoro o nei rapporti con gli altri, rinforzando, in tal modo,
ancora una volta le credenze disfunzionali sul sé incapace; quanto sarebbe
buono, comprensivo e disponibile verso gli altri confermando, in questo caso,
le credenze negative sul sé amabile.
Dunque, il day dreaming utile è quello che non va a
rinforzare le credenze disfunzionali sul sé. Ma è anche quello che non si
trasforma in uno strumento disfunzionale delle attività metacognitive e che,
quindi, non assurga, a esempio, come processo positivo di soluzione di problemi
o pensato come incontrollabile.
Il troppo fa sempre male, il poco può essere un piacere, ma
conta anche e soprattutto cosa si sogna e come si sogna.
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