Nella timidezza, quando parlo di dissociazione temporale, mi
riferisco a uno stato mentale in cui si è dissociati dal momento presente e, in
certi casi, dall’applicazione logica del pensiero in modo temporaneo.
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Luigi Zizzari - Dissociazione |
In pratica, si è con la testa altrove, completamente
distaccati e assenti, in quel momento, da quel che accade intorno. Può anche
accadere che in questo stato mentale si verifichi un rallentamento o una
difficoltà nell’esperire attività logiche legate alla gestione del momento
presente.
La si potrebbe anche descrivere come una condizione di
estraniazione dalla realtà presente o dalle contingenze problematiche del
momento.
La dissociazione temporale rende la persona timida assente
sia riguardo a fatti che si verificano nell’ambiente fisico circostante, sia
rispetto all’interazione interpersonale, sia rispetto all’attenzione verso
sistemi di comunicazione.
In tale condizione l’attività mentale dirige la propria
attenzione nella sola direzione dei flussi di pensiero estranianti, questi
possono essere a tema oppure divaganti.
Si tratta di una forma di anedonia atipica spesso legata
anche all’apatia.
Probabilmente, la dissociazione temporale è una conseguenza
di uno stato di apatia, per cui, il mancato interesse verso la realtà esterna a
sé, verso quel che accade nel momento presente, è indotta da una difficoltà
adattiva.
È chiaro che la dissociazione temporale è un comportamento
mentale evitante così, come sembra lo sia anche l’apatia anche se, quest’ultima
è più strettamente collegata a una crisi motivazionale.
Sicuramente, dissociazione temporale e apatia appaiono come
strategie inconsce di fuga dalla sofferenza o dal timore di essa.
Talvolta la dissociazione temporale e l’apatia possono
manifestarsi o sfociare in attività di day dreaming poco mobili o di scarsa
costruzione creativa. In questi casi la mente tende ad evadere partendo dal
sogno ma senza riuscire a costruire un ipotetico vissuto in modo continuo,
sequenziale e/o organico, cioè priva di una vera trama.
Solitudine e difficoltà relazionale sono, in massima parte,
il sottofondo esistenziale che sottendono la dissociazione temporale e
l’apatia.
Il soggetto timido avverte un senso di costrizione ad agire
da solo senza alcuna forma di sostegno o condivisione da parte di altri.
Spesso la persona timida sente di non poter contare sugli
altri o, per una supposta indisponibilità altrui, oppure per una difficoltà o
supposta incapacità nel manifestare la propria condizione emotiva. In ambedue i
casi non si riesce a operare richieste di aiuto.
Le persone che vivono una condizione persistente e pervasiva
di timidezza, o di altra forma di ansia sociale, hanno serie difficoltà anche
nella descrizione della propria condizione di sofferenza. Le problematiche che
sentono di vivere, appaiano, più che altro, come un insieme molto esteso e
confuso; per cui sentono di non saper neanche da dove cominciare a raccontare.
Riassumendo, mentre l’apatia è l’espressione di uno stato di demotivazione che scaturisce da idee riguardanti il senso di impotenza, la vanità di ogni tentativo di soluzione, la teoria del destino, l’impossibilità del cambiamento o comunque l’incapacità ad agire in modo risolutivo ed efficace; la dissociazione temporale è evasione emotiva e, purtuttavia, si configura come una strategia di comportamento mentale evitante e automatico che sfugge del tutto al controllo cosciente.
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