Anche se la manifestazione della
timidezza è vissuta e sentita nel rapportarsi agli altri, nelle conseguenze
negative che comporta nella vita sociale e nei comportamenti, nelle emozioni di
sofferenza che si provano, essa è un disagio sociale di natura cognitiva.
![]() |
Gio Ross - I timidi ai dolmen |
Benché, nella grande maggioranza
dei casi, si manifesta con l’inizio dell’adolescenza, la timidezza si origina
nella prima o nella seconda infanzia, quindi nell’età prescolare.
Le cognizioni coinvolte sono quelle
relative alle definizioni interiori di sé stessi, di sé con gli altri, degli
altri, del mondo esterno.
Già nel neonato si attiva il
sistema motivazionale dell’attaccamento, il potente sistema automatico di
difesa e sopravvivenza di cui sono dotati di uccelli, i mammiferi e, in modo
particolarmente sviluppato, l’homo sapiens.
Questo sistema, nell’uomo,
coinvolge sia l’area limbica del cervello, sia la neocorteccia, quest’ultima
luogo in cui si hanno i processi elaborativi che conducono alla formazione
della coscienza di ordine superiore e dell’identità.