Sin dalla nascita la nostra mente, per far fronte agli scopi, costruisce, un sistema interpretativo-descrittivo della realtà del proprio essere e del mondo che lo circonda.
In questo articolo, ci occuperemo di quella parte del sistema attinente al sé, al sé con gli altri e agli altri intesi come consesso sociale.
Il sistema cognitivo che ci interessa in questo articolo, è un insieme di pensieri concettuali memorizzati e catalogati in modo da avere delle routine cui la mente ricorre senza avere l’incombenza di nuovi processi rielaborativi e a cui vi accede in automatico. Sono, pertanto, distanti dallo stato cosciente, non vi è consapevolezza razionale. Tuttavia, questi pensieri sono informazioni di base utilizzate nei processi mentali coscienti.
I pensieri cui ci stiamo riferendo sono strutturali, costituiscono l’ossatura portante del pensiero cosciente o semicosciente che elaboriamo.
La funzione dei pensieri strutturali è informare la mente nello svolgimento delle attività elaborative, di indicare la prospettiva interpretativa e di svolgimento del pensare in prima istanza, ci indirizzano nel modo di procedere quando ci approcciamo alla valutazione di eventi, circostanze e situazioni. Il fine è favorire i comportamenti (ciò che si dice e quel che si fa) più appropriati agli scopi.
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Tratto da Luigi Zizzari, "Addio timidezza" |
Nel livello più profondo, inconscio e non razionale, sono disposti i pensieri da cui derivano tutti quelli posizionati nei livelli successivi e che condizionano, in modo determinante, i pensieri prodotti allo stato cosciente. Sono le credenze di base.
La costruzione delle credenze di base è un processo cerebrale automatico, non attraversa, quindi, fasi elaborative “logiche” o coscienti. Per questo sono estremamente sintetiche e hanno la caratteristica di essere perentorie; in termini linguistici, potremmo dire che si esprimono in semplici frasi tipo soggetto, predicato e complemento, a esempio: “io sono stupido”.
A un livello intermedio, che possono transitare (oppure no) per lo stato cosciente, vi sono alcune tipologie di pensieri strutturali, le credenze derivate. Tuttavia queste non raggiungono mai la condizione di consapevolezza della loro origine e dei loro fini strutturali.
Le credenze derivate hanno lo scopo di rendere applicabili le credenze di base e, quindi, di renderle operative una volta attivate; hanno anche il ruolo di incanalare i processi logici della coscienza di ordine superiore in modo da renderli funzionali alle stesse credenze di base da cui discendono.
Poi ci sono pensieri strutturali che pensano sui propri pensieri, ne valutano l’utilità o il danno; più che altro sono disposizioni mentali, una sorta di metodologia del pensare e risentono fortemente degli umori e degli stati emotivi. Sono le meta credenze o meta pensieri. Tendono a diventare attitudinali.
Al livello più prossimo allo stato cosciente vi è un insieme di pensieri che non sono, però, da considerare strutturali. Questi sono il risultato di reiterate sintesi, sempre uguali a sé stesse, e per questo motivo diventano routine e acquisiscono carattere di automatico. Sono i pensieri automatici.
Hanno la caratteristica di precedere l’azione e, quindi, di determinare le scelte, le decisioni sui comportamentali da operare.
Un insieme di pensieri strutturali e di pensieri automatici che stanno in relazione tra loro, costituiscono uno schema cognitivo quando:
- Sono collegati tra loro.
- Si attivano su un identico nesso tematico.
- Seguono uno stesso filo conduttore logico.
- Sono disposti secondo un ordine gerarchico, implicativo e conseguenziale.
- Sì auto rinforzano e auto confermano vicendevolmente.
- Nel loro insieme costituiscono un sistema di pensiero strutturato e organizzato.
Se dovessimo esprimere il tutto con una metafora, potremmo dire che la credenza di base rappresenta l’ordine dato, quella intermedia rappresenta la giustificazione dell’ordine e il pensiero automatico il momento di dare il via all’attuazione dell’ordine che ha trovato una sua giustificazione.
In ogni situazione in cui ci veniamo a trovare e che dobbiamo fronteggiare, facciamo ricorso, potremmo dire istintivamente, a uno schema cognitivo che la nostra mente ha già preconfezionato per noi.
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