24 settembre 2019


Pur se non sono da considerare cognizioni strutturali, questi pensieri entrano a far parte, a pieno titolo, degli schemi cognitivi.
 

I pensieri automatici hanno alcune caratteristiche:
Kevin Regonesi - il pensiero
  • Sono cognizioni, eventi mentali o immaginativi del flusso di coscienza. Non sono necessariamente pensieri che si esprimono in forma verbale, possono essere immagini mentali, sequenze visive (es. ho paura di annegare e immagino la scena di affogare nell’acqua), possono essere percepite come un sapere già dato implicito, possono presentarsi come un “sentire”, presentarsi sotto le mentite spoglie di emozioni.
  • Precedono sempre le fasi decisionali e l’azione.
  • Per la persona che li pensa, sono il solo modo plausibile di interpretare un aspetto della realtà; essendo automatici sono considerati, e in modo inconscio, l’unico pensiero possibile.
  • Vengono alla mente in modo automatico e la loro automaticità fa sì che si attivano come “routine”.
  • Quasi sempre le persone non si rendono conto di averli avuti, (i timidi mai) e ciò perché si ha difficoltà, non abitudine o mancato esercizio nel focalizzarli. Di essi non se ne conserva memoria.
  • Non sono risultato di elaborazioni razionali.
  • Utilizzano sempre la stessa modalità nell’assegnazione di significato agli eventi, cosa che varia da individuo a individuo.
  • Non raggiungono mai il livello di consapevolezza sulla loro origine e causalità.
  • Sono elementi di superficie dello schema cognitivo attivato ed esprimono giudizi o interpretazioni di eventi, legati a determinate risposte comportamentali ed emotive.
  • Durano pochi istanti e attraversano la mente velocemente.
  • Si attivano quando si è in procinto di vivere una esperienza, quando bisogna fare una scelta comportamentale nell’ambito di una interazione sociale (discorsi, esprimere pareri o idee, approcciarsi a persone, ecc.), quando si pensa a queste cose, quando si ipotizza una azione, un comportamento in ambito relazionale.


17 settembre 2019


Le credenze intermedie sono un insieme di cognizioni, pensieri la cui funzione è di stabilire regole mentali e comportamentali coerenti con le credenze di base, per questo sono da considerare dei derivati di quest’ultime.
Alessio Serpetti - Oltre gli spazi esistenziali

Il loro scopo è rendere adattabili, nella vita sociale, le definizioni del sé, del sé con gli altri e degli altri, contenute nelle credenze di base.


Nella loro forma verbale e immaginativa, le credenze intermedie si presentano in diverse forme: condizionali, doverizzazioni, assunti, precetti, leit motiv.

Queste forme di pensiero, pur raggiungendo lo stato cosciente, non sono mai espressione di consapevolezza della loro reale origine e causalità. Ciò nonostante si presentano alla mente cosciente come principi di assoluta validità. Detto in altre parole, le persone le considerano verità e principi validi, razionali, coerenti, espressione vera della realtà delle cose. Si potrebbero racchiudere nella frase: “così stanno le cose”.

9 settembre 2019

Sono il primo livello di cognizioni che riguardano le definizioni del sé, del sé con gli altri, e degli altri.

Evolutivamente è possibile che abbiano cominciato a formarsi, nell’uomo, in una fascia temporale che va dai 100.000 ai 35.000 anni fa, quando si sviluppa la dimensione interpersonale nella nostra specie, fattore che, pare, abbia comportato la nascita del linguaggio verbale e la comparsa della coscienza di ordine superiore.
Giorgio De Chirico - nostalgia dell'infinito

Le credenze di base sembra siano il risultato di un processo evolutivo della cognizione collegata alla primitiva coscienza primaria (che abbiamo in comune con gran parte del mondo animale). A far supporre tale origine è il fatto che queste stazionano a un livello inconscio, benché appare difficile pensare che siano possibili senza l’esistenza della coscienza di ordine superiore.

Si tratta di definizioni - descrizioni sintetiche dell’identità individuale e sociale. Nella normalità tali definizioni tendono a descrivere le realtà propria e del mondo circostante in termini oggettivi. Del resto è questa la funzione strutturale delle credenze. Queste si presentano in forma perentoria e non discendono da processi mentali di elaborazione cosciente nel senso dell’essere consapevoli di tale attività mentale.

3 settembre 2019



Prima di continuare nella descrizione delle cognizioni strutturali derivate e successive alle credenze di base, è opportuno aprire una finestra sui processi di aggiornamento del sistema delle credenze.

Tutte le cognizioni, di ogni ordine e tipo, sono uno
Alexander Daniloff - pigmalione
strumento basilare ai fini dell’adattamento all’ambiente fisico interno, esterno e sociale. Per questa ragione il nostro apparato cerebrale le aggiorna continuamente per tutta la vita. Si tratta di un processo di mappatura e rimappatura del corpo (nell’uomo, anche della mente) ed è una delle funzioni di base del nostro cervello e degli altri animali.

Le credenze sul sé, sul sé con gli altri e sugli altri, non sfuggono a tutto ciò. La loro formazione è un processo neurale, così come la mappatura e rimappatura.