Pur se non sono da considerare cognizioni strutturali, questi pensieri entrano a far parte, a pieno titolo, degli schemi cognitivi.
I pensieri automatici hanno alcune caratteristiche:
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Kevin Regonesi - il pensiero |
- Sono cognizioni, eventi mentali o immaginativi del flusso di coscienza. Non sono necessariamente pensieri che si esprimono in forma verbale, possono essere immagini mentali, sequenze visive (es. ho paura di annegare e immagino la scena di affogare nell’acqua), possono essere percepite come un sapere già dato implicito, possono presentarsi come un “sentire”, presentarsi sotto le mentite spoglie di emozioni.
- Precedono sempre le fasi decisionali e l’azione.
- Per la persona che li pensa, sono il solo modo plausibile di interpretare un aspetto della realtà; essendo automatici sono considerati, e in modo inconscio, l’unico pensiero possibile.
- Vengono alla mente in modo automatico e la loro automaticità fa sì che si attivano come “routine”.
- Quasi sempre le persone non si rendono conto di averli avuti, (i timidi mai) e ciò perché si ha difficoltà, non abitudine o mancato esercizio nel focalizzarli. Di essi non se ne conserva memoria.
- Non sono risultato di elaborazioni razionali.
- Utilizzano sempre la stessa modalità nell’assegnazione di significato agli eventi, cosa che varia da individuo a individuo.
- Non raggiungono mai il livello di consapevolezza sulla loro origine e causalità.
- Sono elementi di superficie dello schema cognitivo attivato ed esprimono giudizi o interpretazioni di eventi, legati a determinate risposte comportamentali ed emotive.
- Durano pochi istanti e attraversano la mente velocemente.
- Si attivano quando si è in procinto di vivere una esperienza, quando bisogna fare una scelta comportamentale nell’ambito di una interazione sociale (discorsi, esprimere pareri o idee, approcciarsi a persone, ecc.), quando si pensa a queste cose, quando si ipotizza una azione, un comportamento in ambito relazionale.