22 ottobre 2019


Quando pensiamo sul senso e sul perché stiamo provando certe emozioni, sui nostri stessi pensieri, sui nostri comportamenti, sulle esperienze che abbiamo vissute, sul loro come e sul loro perché, stiamo avendo dei meta pensieri.


Enzo Carnebianca - meditazione
Per chiarire meglio il concetto, senza fare confusione, se mi vien paura, sono solo cosciente di aver paura, ma se poi mi dico “sono il solito pauroso”, sto facendo delle valutazioni su me stesso: sono entrato nel dominio del meta pensiero, vado oltre l’esperienza.

I meta pensieri si servono, sovente, di “stili” del pensare. 



Accade quando indugiamo col pensiero (sia in forma verbale che con immagini mentali) sulle esperienze trascorse da poco o da molto tempo, cioè quando ruminiamo; quando il pensiero si sofferma, con insistenza, sui possibili sviluppi degli eventi che ci riguardano, quindi quando, rimuginiamo; quando la nostra preoccupazione diventa insistente.

Non necessariamente, il meta pensiero è un vero processo elaborativo. Esso può fermarsi, bloccarsi, immobilizzarsi, su una scena o una breve sequenza esperienziale e fermando il tempo in un preciso momento, in pratica non va avanti, né indietro, negli eventi vissuti o previsti.


Il meta pensiero è pensare su sé stessi nell’esperienza trascorsa o prevista o sulle proprie qualità supposte o negate, che si ritengono siano emerse o che emergeranno nella specifica situazione oggetto dell’attività di pensiero in quella data circostanza.


Esso è, soprattutto, pensare sui propri pensieri.


Come stile del pensare, il meta pensiero è abituale, spesso una attività automatica: ci ritroviamo a ruminare o rimuginare senza neanche accorgerci che lo stiamo facendo.

Altre volte, invece ce ne accorgiamo, ma non ci riesce di uscirne, è come se fossimo diventati prigionieri di queste modalità: la nostra emotività prevale sulla ragione.

L’automaticità del meta pensare, che nasce da una abitudine storicizzata, radicata, ci rende difficile la sua gestione se non siamo attrezzati a farlo, se non abbiamo appreso metodi e tecniche di controllo. In certi casi, poi, adottiamo misure inadeguate.


Tuttavia, il meta pensiero resta una conquista evolutiva della nostra specie. La sua funzione, infatti, è quella di permetterci di apprendere dalle esperienze, quando queste richiedono un lavoro di valutazione cosciente; di ricercare soluzioni e strategie di intervento.


Del resto, nella normalità, il meta pensiero si svolge in modo fluido e articolato. Il problema sorge quando si indugia con insistenza, che sembra interminabile, su un pensiero fisso che non riesce ad andare oltre in termini di problem solving.





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