30 dicembre 2019


SECONDA PARTE


Da un punto di vista evolutivo, la coscienza di ordine superiore, fa la sua comparsa con l’evolversi della socialità complessa e lo sviluppo del linguaggio, in pratica, quando l’homo sapiens comincia a pensare anche in astratto.

 È a quel punto che l’uomo, come essere vivente, comincia ad avere la necessità di una identità personale che vada oltre la sua natura biologica.
Aniello Saravo - essere e apparire

Nel momento in cui la mente attinge informazioni alla coscienza tacita, accede a informazioni assunte senza il vaglio di processi logici, assunte su una base sostanzialmente emotiva. Questo tipo di processo si poggia sul sistema sensoriale ed è memorizzato come effetto emotivo: le interpretazioni della realtà di sé, degli altri e del mondo, sono di natura emotiva e non oggettive.


L’identità primordiale e, dunque tacita, comincia a formarsi a partire dalla nascita e non è supportata dalla identità esplicita (corrispondente alla coscienza di ordine superiore) per tutta l’infanzia.


23 dicembre 2019


PRIMA PARTE

Cammini per strada, un gruppo di persone stanno conversando. A un tratto gli occhi di uno di loro, sembra guardare verso di te. Ti senti osservata/o. Nella tua mente si fa strada un pensiero angosciante: “mi guardano, stanno parlando di me, pronti a giudicarmi”. L’angoscia si tramuta in preoccupazione, poi in timore. “Che hanno da guardare? Cosa stanno dicendo di me?”. Magari, un altro pensiero fugace si affaccia impertinente: “ma cos’è che non va in me?”. Anche altri pensieri potrebbero transitare nella tua mente, tutti a esprimere lo stesso senso, cambiano le parole, ma il senso non cambia: gli altri ti osservano, ti giudicano e, certamente, non sono giudizi benevoli. Se qualche sorriso compare nel loro viso, potrebbero persino ridere di te.
Elena Vichi - oltre il velo

Hai mai vissuto sensazioni simili?
La mente scorre nella memoria alla ricerca di altre esperienze simili.
E nel tuo passato le trovi: “la gente non fa altro che giudicare!”.
Nella timidezza, come in altre forme di ansia sociale, ciò è frequente. Ti senti osservata/o e criticata/o anche perché hai vissuto altre volte questa spiacevole situazione.

Anzi, queste esperienze passate sembrano proprio confermare l’indole giudicante degli altri su di te.

Ma perché succede? 


18 dicembre 2019


Quante volte si dice “lui/lei ha quel carattere…”; “ha un cattivo/buon carattere”; “è così di carattere”?

Il carattere ci appare come il tratto distintivo del comportamento (ciò che si fa e quel che si dice) di una persona. In effetti, è proprio così.

Mariarita Renatti - senza titolo

Tuttavia il carattere non è una prerogativa innata dell’individuo; non è di natura genetica e, quindi, non si eredita nemmeno. La sua origine ha a che fare con la dimensione interpersonale. Quest’ultima si intreccia col sistema cognitivo, la storia emozionale, il temperamento, l’ambiente relazionale.


La formazione del carattere è 
Mariarita Renatti - senza titoloculturale e comportamentale. 

9 dicembre 2019


I tre filoni teorici che tentano di definirlo concordano sulle considerazioni che il temperamento abbia alcune caratteristiche peculiari:
Renato Magritte - due ragazze che camminano per una strada

  • Ha una base biologica. Questa deriva dal fatto che ogni organismo ricerca, nell’ambiente che lo circonda, quelle stimolazioni necessarie per avere un livello ottimale di attivazione delle proprie funzioni. Tra l’altro riguardano, l’elaborazione delle informazioni, la reazioni agli stimoli, la ricerca del piacere e l’evitamento del dolore.
  • Tende a essere stabile nel tempo. Tuttavia, reagendo all’ambiente fisico o sociale, modifica le sue espressioni comportamentali. Può essere descritto come un insieme costituito dalle inclinazioni comportamentali e affettive che, nel tempo, si evolvono in personalità.
  • Nella prima infanzia, quando sono attivi, soprattutto, i sistemi motivazionali dell’area limbica del cervello, il temperamento è strettamente legato col comportamento e, successivamente, tale legame sarebbe condizionato dal mutare delle condizioni ambientali. In tal senso, il temperamento partecipa a stabilire in che modo debba esprimersi il comportamento. Quest’ultimo aspetto, tuttavia, non va considerato in modo “letterale” o rigido, poiché al comportamento sottintendono numerosi fattori come, a esempio, quelli psicologici e cognitivi.
  • Ha una componente affettiva marcata. In tal senso, il temperamento può considerarsi come un insieme di fenomeni caratterizzanti la natura emozionale dell’individuo in relazione allo stato dell’umore, al livello di attenzione ed energia in direzione degli stimoli ambientali.


2 dicembre 2019


La specie umana, più di altre specie animali, ha sviluppato una complessa socialità. Cosa che ha permesso al cervello di evolversi, in chiave sociale, con la formazione dei sistemi motivazionali sociali; oltre a quelle potenzialità che hanno permesso all’uomo di sviluppare il linguaggio verbale, la coscienza di ordine superiore e, dunque, l’identità esplicita.

Elena Vichi - serie la sete: il posto vuoto

Senza una dimensione interpersonale complessa, non sarebbero state possibili quei fattori evolutivi che differenziano la specie umana dalle altre.


Possiamo dire che la dimensione interpersonale è la chiave dello sviluppo umano.