SECONDA PARTE
Da un punto di vista evolutivo, la coscienza di ordine superiore, fa la sua comparsa con l’evolversi della socialità complessa e lo sviluppo del linguaggio, in pratica, quando l’homo sapiens comincia a pensare anche in astratto.
È a quel punto che l’uomo, come essere vivente, comincia ad avere la necessità di una identità personale che vada oltre la sua natura biologica.
![]() |
Aniello Saravo - essere e apparire |
Nel momento in cui la mente attinge informazioni alla coscienza tacita, accede a informazioni assunte senza il vaglio di processi logici, assunte su una base sostanzialmente emotiva. Questo tipo di processo si poggia sul sistema sensoriale ed è memorizzato come effetto emotivo: le interpretazioni della realtà di sé, degli altri e del mondo, sono di natura emotiva e non oggettive.
L’identità primordiale e, dunque tacita, comincia a formarsi a partire dalla nascita e non è supportata dalla identità esplicita (corrispondente alla coscienza di ordine superiore) per tutta l’infanzia.
Ciò significa che l’infante percepisce i comportamenti genitoriali e i loro messaggi verbali in forma emotiva, quindi, memorizza quelle esperienze non come messaggi intenzionali o come contenuti oggettivi, ma per gli effetti emotivi che tali interazioni suscitano dentro di sé.
L’infante comincia a formare l’idea di sé sulla base di queste emozioni memorizzate. Quando questa interazione con i genitori si realizza con modelli ripetitivi che producono sempre le stesse emozioni di sofferenza, quell’idea di sé, formatasi nella sola coscienza primordiale, diventa l’indirizzo sui cui la coscienza di ordine superiore elabora l’identità cosciente, quella esplicita, logica e verbale.
La coscienza tacita ha costruito l’impianto base di credenze sul sé, sugli altri e sul mondo. Quando l’interazione con le figure di riferimento (sostanzialmente, i genitori) ha prodotto continuativamente, nel bambino, emozioni negative, le credenze di base non vengono disconfermate, per cui le idee negative sul sé, influenzano, condizionano pesantemente anche i processi logici della coscienza esplicita. Il risultato è che dal bambino, quelle credenze diventano patrimonio stabile anche nell’adolescente e nell’adulto.
Ora, dato che gli altri funzionano come una sorta di specchio in cui si riflettono timori, sensazioni e pensieri negativi su di te, si attivano quelle vecchie credenze di base che non sono mai state disconfermate e, quindi, modificate.
Quell’idea che gli altri ti giudicano sono il riflesso di timori, sensazioni, e percezioni che hai di te e che fanno riferimento alle credenze disfunzionali negative che si son formate nella tua mente nelle età infantili e fanciullesche.
La tua coscienza esplicita, nonostante sia “logica” è influenzata da tali credenze. Il processo di elaborazione mentale è logico, ma si poggia su informazioni che non sono interpretazioni della realtà oggettiva, ma emotiva.
Per farti comprendere il senso di ciò, pensa a un matematico che fa dei calcoli assumendo che 2 + 2 fa 5 e non 4: i suoi calcoli sono logici ma il risultato è sballato.
Ovviamente, ritenendo che gli altri ti giudicano negativamente, il tuo sistema logico ne fa discendere conseguenze negative come la solitudine, l’isolamento e l’esclusione sociale, in ultima analisi, la sofferenza. La paura di queste sofferenze ti fa temere il giudizio degli altri.
0 commenti:
Posta un commento
Grazie per il commento