I tre filoni teorici che tentano di definirlo concordano sulle considerazioni che il temperamento abbia alcune caratteristiche peculiari:
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Renato Magritte - due ragazze che camminano per una strada |
- Ha una base biologica. Questa deriva dal fatto che ogni organismo ricerca, nell’ambiente che lo circonda, quelle stimolazioni necessarie per avere un livello ottimale di attivazione delle proprie funzioni. Tra l’altro riguardano, l’elaborazione delle informazioni, la reazioni agli stimoli, la ricerca del piacere e l’evitamento del dolore.
- Tende a essere stabile nel tempo. Tuttavia, reagendo all’ambiente fisico o sociale, modifica le sue espressioni comportamentali. Può essere descritto come un insieme costituito dalle inclinazioni comportamentali e affettive che, nel tempo, si evolvono in personalità.
- Nella prima infanzia, quando sono attivi, soprattutto, i sistemi motivazionali dell’area limbica del cervello, il temperamento è strettamente legato col comportamento e, successivamente, tale legame sarebbe condizionato dal mutare delle condizioni ambientali. In tal senso, il temperamento partecipa a stabilire in che modo debba esprimersi il comportamento. Quest’ultimo aspetto, tuttavia, non va considerato in modo “letterale” o rigido, poiché al comportamento sottintendono numerosi fattori come, a esempio, quelli psicologici e cognitivi.
- Ha una componente affettiva marcata. In tal senso, il temperamento può considerarsi come un insieme di fenomeni caratterizzanti la natura emozionale dell’individuo in relazione allo stato dell’umore, al livello di attenzione ed energia in direzione degli stimoli ambientali.
In linea generale, il temperamento è una inclinazione a sperimentare e reagire agli input provenienti sia dall’ambiente fisico e sociale, sia agli stimoli interni.
Questa azione di sperimentazione e reazione si esplica con modalità proprie dell’ambiente.
A esempio, dei tratti del temperamento sono riscontrabili nella tendenza sociale, nell’espressione di emozioni, nell’inibizione verso il nuovo, nell’attenzione rivolta nei confronti di quel che ci circonda, nelle attività motorie.
La personalità, che ha una base biologica, per certi versi, è la sintesi dell’interazione tra temperamento, carattere e cultura. La sua formazione va considerata un processo che si snoda durante tutta la vita dell’individuo.
Tuttavia, nella fascia temporale che va dalla prima infanzia all’adolescenza, si determina l’imprinting di base della personalità.
Ciò significa che la storia emotiva e relazionale, le credenze di base e intermedie, gli schemi cognitivi che vanno formandosi, costituiscono un ingrediente fondamentale della personalità nella vita dell’individuo.
Oltre a ciò, va considerato anche un altro fattore importante è l’insieme delle idee che vanno oltre le considerazioni o le cognizioni sul sé, e sugli altri.
La formazione culturale di un individuo, intesa come l’insieme delle conoscenze apprese ed elaborate (quindi anche la formazione attraverso lo studio), incide notevolmente sul modus pensandi e, quindi, anche sulla personalità.
Dunque, mentre il carattere è l’insieme dei comportamenti abituali, la personalità è l’insieme delle forme culturali, del temperamento e del carattere propri dell’individuo. Tutti fattori interagenti fra loro.
Tuttavia, la modificazione del carattere non compromette la personalità della persona, gli aspetti temperamentali e culturali sono in grado di supplire e reagire alle mutazioni caratteriali mantenendo una coerenza di fondo entro cui le nuove abitudini comportamentali vanno a innestarsi.
Da questo punto di vista, la personalità, benché stabile nel tempo, presenta una propria elasticità.
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