Nelle ansie sociali, quindi anche nella timidezza, si registra un ampio ricorso nell’applicazione di logiche nel pensare e schemi mentali che, oltre a contenere errori di costruzione logico razionale, hanno la caratteristica di essere disfunzionali.
Il primo a evidenziare l’uso di queste idee disfunzionali fu Albert Ellis che le chiamò “idee irrazionali”, sottolineando il carattere illogico di tali idee; Aaron Beck le chiamava “distorsioni cognitive” che, così, stigmatizzava le peculiarità distorsive dell’interpretazione di fatti ed esperienze proprie di tali schemi logici.
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Rosanna Candido - ha perso la testa |
Gli errori di costruzione logico-razionali sono fallacie logiche e, in quanto tali, questi processi mentali capitano a tutti, anche perché, in gran parte sono appresi negli ambienti sociali in cui si nasce e si cresce (soprattutto in famiglia).
Tuttavia il loro uso, mentre nella normalità, è sporadico, occasionale, nei disagiati sociali si verifica con grande frequenza, quasi sistematica. In pratica tra normalità e disagio la differenza è quantitativa.
La loro disfunzionalità sussiste in quanto non favoriscono il raggiungimento degli scopi essenziali, e perché hanno, in comune, alcuni fattori che li caratterizzano.
- Producono sofferenza interiore in quanto favorisce il persistere degli stati emotivi sottostanti il disagio esistenziale;
- Tendono a codificare gli input informativi in maniera deformata, a interpretare in modo distorto la realtà oggettiva confermando la validità degli schemi cognitivi disfunzionali;
- Le modalità interpretative sono assai poco differenziate tra loro;
- Non permettono l’invalidazione delle cognizioni disfunzionali attraverso l’esperienze della vita reale; per cui le credenze a sola base emotiva e non razionale diventano impermeabili alle nuove informazioni e, quindi, impenetrabili ai processi cognitivi di reiscrizione dei dati di conoscenza.