I parte
Introduzione
Ci sono due tipologie di emozioni, quelle omeostatiche, regolatrici delle funzioni corporee e quelle comunemente intese.
In questo articolo ci interesseremo di quelle che nel linguaggio comune intendiamo per emozioni.
Da un punto di vista neurologico, fino a pochi decenni fa, si riteneva che l’area deputata alle emozioni fosse l’amigdala; poi si è scoperto che sono il risultato di interazioni e attività, simultanee, di diverse aree del cervello.
Le aree cerebrali interessate alla produzione delle emozioni sono poste in zone situate nel tronco encefalico, che corrisponde al primo stadio nell’evoluzione dell’organo, e nel cervello mammifero o sistema limbico corrispondente al secondo stadio evolutivo dell’organo cerebrale.
Sostanzialmente, le emozioni hanno una funzione adattativa e di risposta agli stimoli, interni o esterni che giungono al cervello.
Dato che la produzione delle emozioni si svolge nelle aree subcorticali, esse si manifestano a prescindere dalla coscienza e sono processi automatici del sistema cerebrale.
Anche se non ce ne accorgiamo, proviamo emozioni in ogni istante della nostra vita, h24, 365 giorni all’anno.
Come impulsi e motivazioni le possiamo suddividere in piacere e dolore. Il piacere si prova quando un sistema motivazionale ottiene soddisfazione, diversamente è il dolore (o sofferenza).
Detto in altre parole, ogni essere vivente persegue il piacere in quanto esso è l’espressione del raggiungimento dell’obiettivo del sistema motivazionale attivato.
Per intenderci, facendo un esempio, si può dire che la funzione strutturale della sessualità è il piacere; in tutto il mondo animale (compreso l’uomo) se non si perseguisse il piacere della sessualità, non ci sarebbe neanche la riproduzione. Il piacere è l’escamotage che il l’evoluzione dei sistemi viventi e il DNA hanno prodotto per assicurare la riproduzione delle specie.
Le emozioni, quando giungono alla coscienza e, quindi, sono elaborate nella consapevolezza dell’emozione provata, diventano sentimento.
Vi è, perciò, un processo in progressione che dal livello biologico e inconscio, le emozioni raggiungono lo stadio elaborativo.
Mentre l’emozione è data da un paniere di risposte agli input e sono in gran parte osservabili, il sentimento è una dimensione mentale e privata.
La formazione della neocorteccia, propria dell’uomo, è la risposta evolutiva della nostra specie all’aumentata complessità dell’organismo umano e della sua interazione con l’ambiente (sia fisico che sociale).
Una di queste risposte riguarda la capacità di gestire, controllare, attraverso i processi coscienti (elaborazione razionale), le emozioni.
Tuttavia, l’uomo non è in grado di avere il controllo assoluto delle emozioni, non abbiamo la capacità di domarle, ma solo di educarle entro certi limiti, di affievolirle nell’intensità in tanti casi, ma non sempre. Forse questo processo evolutivo non si è ancora compiuto del tutto.
Il processo di gestione emotiva è possibile attraverso l’interazione reciproca, scambi di informazioni e input tra le diverse aree del cervello; la neocorteccia, le aree limbiche e quelle del tronco encefalico comunicano tra loro incessantemente, sempre e comunque.
Ciò ha prodotto un significativo mutamento nella genesi delle emozioni. Le attività mentali, le cognizioni, i pensieri, possono generare emozioni, e proprio questo fattore è alla base dei disturbi psichici e dei disagi sociali come la timidezza.
0 commenti:
Posta un commento
Grazie per il commento