30 giugno 2020


L’affettività, in linea generale, è attinente a sistemi motivazionali dell’attaccamento e accudimento. Ciò non significa che non ci siano interazioni con altri sistemi motivazionali come, a esempio, quello sessuale, quello cooperativo e quello dell’affiliazione. 

Katiuscia Papaleo - incontro fra il conforto e la paura

L’uomo, sin dalla nascita, avverte il bisogno di essere sostenuto, confortato, aiutato. Egli avverte l’esigenza o necessità di vicinanza, complicità solidale, affetto da parte delle figure che considera significative nella propria vita.


I sistemi dell’attaccamento e accudimento li riscontriamo anche nei mammiferi e negli uccelli, soprattutto nel mondo animale che ha sviluppato una forte attitudine alla socialità.


Possiamo affermare che la socialità costituisce la chiave di volta per lo sviluppo, in termini evolutivi delle specie, per la comparsa dei sistemi motivazionali sociali.


In quanto animale sociale complesso, dotato anche di linguaggio verbale, l’uomo vive nella dimensione interpersonale da cui trae motivo di affermazione della propria identità individuale e il bisogno di accettazione sociale.

Chi avverte il peso e la sofferenza della solitudine comprenderà il rilevante valore della vicinanza umana.


L’affettività non va confusa col bisogno sessuale che, in determinati casi, è coagente ma non esclusivo. I sistemi dell’attaccamento e accudimento, sono processi che operano in modo autonomo e automatico.


Le coccole sono l’espressione del sentimento di vicinanza, cooperazione, solidarietà; in breve, dell’affettività.


Tanti ansiosi sociali (ma anche le persone depresse) che hanno vissuto il dolore della perdita e dell’abbandono, che li ha traumatizzati, tendono ad evitare di vivere altre esperienze affettive.

Ciò accade perché la sofferenza vissuta è ricordata come una esperienza di dolore che si considera come non sopportabile.

Le esperienze che hanno comportato sofferenza ad alta intensità sono memorizzate sulla sola base emotiva. Ciò implica che l’esperienza affettiva memorizzata è associata alla sofferenza in termini generalizzanti.


L’esperienza dolorosa richiamata dalla memoria induce la valutazione delle emozioni di sofferenza ricordata e riscritta in modo sopravvalutato. L’idea di vivere una nuova esperienza affettiva è, pertanto, caratterizzata da flussi di pensiero previsionale centrati su epiloghi dolorosi considerati non superabili, non sopportabili. La paura di una sofferenza non tollerabile, che piega le capacità di resilienza, persuade l’ansioso sociale a preferire un approccio evitante.


Tale evitamento, però, produce una condizione di sofferenza di fondo, permanente e alienante. 


L’affettività è una componente primaria dell’equilibrio psichico e fisico (vedi i disturbi somatici) dell’individuo. I sistemi motivazionali, quindi anche quelli dell’attaccamento e dell’accudimento, sono alla base della emotività: se non soddisfatti producono emozioni di sofferenza, e le emozioni non sono mai evitabili.


Noi proviamo costantemente emozioni anche quando ci sembra di non averne. Anche quando ci sentiamo in una condizione di stasi o di quiete, proviamo emozioni. Persino nel sorseggiare un caffè o bere un bicchiere d’acqua.


Ciò che cambia tra l’avvertire una emozione e il non avvertirla è la sua intensità.


Quando evitiamo di vivere una esperienza affettiva siamo aggiogati dalle emozioni dell’assenza di affetti che, quando sono di fondo il loro effetto è subdolo; non ci coglie la consapevolezza della loro pericolosità perniciosa.


L’emozione di fondo prodotta dall’evitamento dell’affettività è corrosiva, agisce lentamente ma inesorabilmente. I suoi effetti sono l’irritabilità, l’umore triste, l’isteria, il senso di vuoto, la mancanza di interessi, la demotivazione, l’idea di essere incapace di amare, il ritiro sociale, la difficoltà a relazionarsi, la difficoltà ad avere argomenti di conversazione, la difficoltà a concentrarsi, il senso di trascinarsi, l’idea del non senso della vita. Il linguaggio corporeo è caratterizzato dall’apparire assenti, non partecipi, snob, tristi, malinconici, infelici, poco o non reattivi, passivi.


La mancanza di affettività può indurre, nel tempo, a stati depressivi.


E ti domando: è vita quella di vivere in tale condizione?


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