10 giugno 2020


Negli ansiosi sociali, e quindi anche nelle persone timide, l’indecisione è la conseguenza di perturbazioni negative nei flussi di pensiero e degli stati emotivi che si vivono nei momenti in cui si è in procinto di fare delle scelte.


Bizzozero Laura - oscuramento
Il pensiero è emotivo quando, la mente elabora dati mnemonici della storia esperienziale e delle cognizioni strutturali sotto la pesante influenza degli stati emotivi,. 

L’indecisione, come processo cognitivo è riferita al futuro ma, come accennato, poggia sulle cognizioni di base o derivate, riguardanti le descrizioni del sé, del sé con gli altri, degli altri e del mondo sociale, in pratica parte dal passato.


Faccio qualche esempio. Poniamo che Altiero si percepisce come persona incapace e sta per approcciarsi a una persona dell’altro sesso e deve decidere sul comportamento da avere e/o sull’espressioni verbali da adottare.

La sua mente attinge automaticamente alle proprie cognizioni, soprattutto inconsce, che riguardano le sue capacità nel districarsi nelle situazioni, le abilità a relazionarsi, il proprio livello di amabilità o di riscuotere interesse negli altri, l’essere o meno difettoso per natura.


Questo processo ricognitivo dura pochi istanti ed è automatico.

Inoltre deve stabilire quali sono le risorse disponibili occorrono per fronteggiare la situazione.


In questa fase valutativa egli, considerandosi un incapace, conclude che non è adeguato alla situazione. L’emozione della paura lo pervade. I suoi pensieri previsionali presagiscono il fallimento e il giudizio negativo da parte di lei o degli astanti. Si viene a trovare in una situazione dello stato d’animo in cui da una parte vorrebbe agire e, dall’altra, ritiene che andrà a finire male. 


I suoi processi decisionali entrano in una condizione di stallo e, dunque, non riesce a individuare una soluzione per l’azione. La sua mente resta sospesa sul da farsi.

È l’indecisione.


Considerandosi incapace non ha fiducia sulle sue capacità di fronteggiare la situazione con efficacia. Che fare? Buttarsi nell’esperienza? Ma in che modo? Che dire? Come comportarsi? Pensa: “se non ci so fare, dove vado a sbattere?”; “che certezze ho di riuscire?”; “cosa penseranno gli altri di me?”.


In questi casi, il bisogno assoluto di certezze induce la persona timida a distanziarsi da qualsiasi azione che possa sfociare, anche solo ipoteticamente, nell’insuccesso. La variabilità delle possibilità di configurazione degli eventi futuri, lo spaventa poiché non garantisce i risultati desiderati.

Anche la sola bassa probabilità che possa andare a finire male, la blocca.

Emozioni e pensiero interagiscono tra loro contagiandosi vicendevolmente. Spesso subentra l’inibizione ansiogena che alimenta ulteriormente l’incendio interiore in atto.


Dunque, possiamo descrivere l’indecisione come una condizione di stallo della mente quando deve pervenire a una decisione, a una scelta.

Una condizione di stallo che produce e, al tempo stesso, è prodotta da uno stato emotivo.

In un certo senso, pensiero ed emozioni si sabotano a vicenda.

Di fronte all’incertezza degli esiti, l’ansioso sociale si trova come a un bivio tra strade sconosciute di cui non sa dove conducono. La paura di sbagliare lo blocca.


L’incertezza è l’espressione dell’imprevedibilità, dell’incontrollabilità.


Il futuro che si presenta appare come un vuoto che nasconde insidie, il rischio del fallimento, del pericolo, del danno che si può subire.


Il costrutto che regge l’incertezza valuta negativamente ogni ipotesi di esito, i pensieri automatici previsionali delineano solo scenari negativi: ogni altra possibilità diversa dalla negatività è scartata.


C’è, dunque, una intolleranza dell’incertezza perché non delinea configurazioni del futuro ben precise e uniche che vadano nella sola direzione desiderata.



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