31 agosto 2020


Il bisogno e il desiderio di appartenenza sociale costituiscono una esigenza basilare nella vita degli esseri umani.

L’homo sapiens è l’animale più sociale nell’intero panorama delle specie viventi.

AggiunElena Merlino - mettermi a nudo 3

Il percorso evolutivo della nostra specie e la comparsa della coscienza di ordine superiore, sono dovute proprio allo sviluppo della socialità che ha raggiunto un elevato livello di complessità e articolazione che si è ampliato con la nascita del linguaggio verbale.

In tal senso va notato che questo processo evolutivo è possibile grazie alla formazione, nel nostro sistema cerebrale, dei sistemi motivazionali sociali quali il sistema paritetico cooperativo, quelli comunicativi e conoscitivi superiori, dell’intersoggettività e le forme più evolute dei sistemi motivazionali presenti anche negli altri mammiferi: il sistema competitivo del rango, il sistema dell’affiliazione e quello sessuale.

Del resto, questi sistemi motivazionali si attivano all’interno della dimensione interpersonale che caratterizza la vita umana.

24 agosto 2020


Difronte ai continui insuccessi relazionali, la persona timida, cade nello sconforto, presa dalle emozioni della tristezza da una parte e, dall’altra, dal timore dei giudizi negativi altrui, della sofferenza che le inefficaci interazioni sociali possono comportare.

Vincenzo Di Martino - Senza Identità
Sentendosi in una condizione border line sull’essere parte del gruppo in cui aspira a essere accettato, subentra anche il dolore della non appartenenza sociale.

Nella sua mente si presenta solo l’idea di un passato fatto di debacle, mai di eventi positivi anche se ci sono.

Quando un insuccesso va ad aggiungersi a una lunga storia di fallimenti relazionali, l’ansioso sociale cerca, nel suo dialogo interiore, le ragioni del proprio fiasco.

17 agosto 2020


Nella timidezza, come nelle altre forme di ansia sociale, la persona tende a focalizzare sui propri stati interiori le attività di pensiero.

Elena Vichi - animus
Sono processi mentali automatici e altri lo diventano nel tempo. Proprio per la loro automaticità, sfuggono allo stato cosciente. L’individuo, durante tale attività mentale, non ha consapevolezza di questo stato di cose.

Anche quando medita sulle proprie esperienze, sui comportamenti altrui, il suo pensiero, le sue valutazioni, ha come riferimento di pertinenza sé stesso, i suoi stati emotivi, le cognizioni inconsce che su sé stesso, su sé con gli altri, sugli altri.

11 agosto 2020

“Agli altri risulto antipatico”; “Le persone mi guardano e pensano male di me”; “Gli altri non mi degnano di attenzione”; “Lui/lei ha attraversato la strada per evitarmi”; “gli amici non si degnano mai di invitarmi”; “Le/gli ho chiesto di uscire con me, ma ha trovato una scusa per dirmi di no”.

Queste e altri tipi di considerazioni sono frequenti nelle persone timide che vivono con difficoltà le interazioni interpersonali.

Aggiungi didascalia
Spesso tali valutazioni scaturiscono da distorsioni cognitive quali la lettura del pensiero, il pensiero dicotomico, l’inferenza arbitraria, l’astrazione selettiva, la personalizzazione.

Inoltre, l’assegnazione di sensi e significati dei comportamenti si basano sulla storia esperienziale ed emotiva della persona e, nel caso di tanti ansiosi sociali, da un insufficiente apprendimento dei modi comportamentali e verbali negli ambiti sociali; spesso dipendono anche dalle aspettative riposte negli altri.

Nel relazionamento verbale, qualora la persona timida ha problemi e difficoltà nelle conversazioni e nell’esprimere pensieri, pareri ed emozioni, la mancanza di esercizio alla verbalità, può generare un linguaggio molto personale non propriamente in uso nella comunità o gruppo di riferimento. Può accadere che si fa ricorso a significati non comuni nel linguaggio altrui.

3 agosto 2020


Il tema del fallimento di sé come persona è uno di quei sentimenti che emerge sia nei pensieri, sia emotivamente, quando una esperienza si consuma con un insuccesso, talvolta anche solo apparente, e quando questa va ad aggiungersi a una storia personale di insuccessi relazionali.
Edvard Munch -  Ashes

Nella mente della persona timida, l’insuccesso non è considerato un incidente, un fatto circostanziale. L’equazione insuccesso uguale fallimento di sé come persona è quasi sistematico; l’idea del fallimento riferita a sé, è generalizzante.

Le cause vengono sempre collegate a qualità negative che si ritiene di avere. In questi casi a prevalere è il pensiero emotivo, mai quello squisitamente razionale, anche se il soggetto timido considera le sue conclusioni del tutto razionali.