Il pessimismo è un tratto tipico del pensare emotivo nelle ansie sociali e, dunque, nella timidezza.
I pensieri previsionali sono improntati dalle idee del fallimento, del giudizio negativo altrui, del rifiuto da parte degli altri, dell’esclusione, dell’emarginazione e delle conseguenze negative che deriverebbero dall’insuccesso dei tentativi di interazione sociale.
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Vincenzo Pinto - La chiavetta di dentro... |
I pensieri automatici negativi previsionali scartano ogni ipotesi di configurazione positiva o neutra del futuro prossimo o remoto.
In questi pensieri negativi previsionali le ipotesi di riuscire sono considerate talmente improbabili da essere ritenute impossibili: si ritiene che le probabilità di esiti positivi rasentano lo zero. Basti pensare al fatto che tante persone con fobia sociale o con comportamento evitante della personalità rifiutano con decisione netta e convinta ogni ipotesi positiva: in queste persone il pensiero emotivo è ben radicato ed è considerato pensiero oggettivo e razionale.
Non che non si pensi a tali possibilità positive, ma anche quando il pensiero le valuta, sono subito escluse dagli scenari ipotizzati. Tale esclusione è, generalmente, dettata da impulsi automatici di cui la persona timida non è cosciente, inconsapevole.
Sono le credenze di base che dettano gli indirizzi del pensare.
Rispetto a questo problema, ci sono scuole di pensiero, tipo pnl, che propongono il pensiero positivo concepito come assoluto. Cioè invitano a non prendere in considerazione esiti negativi delle esperienze.
Questo tipo di approccio ha il rovescio della medaglia. Il processo di auto convincimento che le cose non potranno che andar bene, può generare, qualora l’esperienza si risolve con un insuccesso, pericolose ricadute, forti emozioni di scoramento. I soggetti rischiano di precipitare persino nella depressione.
Altre scuole di pensiero, propongono il pensiero positivo concepito come positività possibile.
Personalmente, preferisco utilizzare, in chiave probabilistica, la dizione “pensiero possibilista”.
La questione è che la vita di una persona presenta, inevitabilmente, sia momenti positivi, sia momenti negativi. Negare che le cose possano andar male, lo considero un errore di base.
La vita, nel suo divenire, non è tutta rose e fiori.
L’ansioso sociale va invitato a pensare che esiste la possibilità concreta che l’esperienza a cui intendono approcciarsi possa andare nel modo desiderato.
Questo significa che il pensiero tipo “e se va male?” vada sostituito da uno come “ci posso riuscire”.
L’implicazione, in questo caso, è un ragionamento valutativo. A esempio: “è vero che può andar male, ma è altrettanto vero che possa andar bene e su questa possibilità che mi conviene puntare se voglio uscire dalla mia condizione.”.
È importante motivarsi, e ciò può realizzarsi se ai pensieri negativi se ne contrappongono altri antagonisti che aprono la strada alla possibilità.
Pensare in modo possibilista significa ampliare il paniere delle ipotesi e porre quelle positive nella stessa posizione probabilistica in cui sono quelle negative.
Pensare in modo possibilista significa sfidare le paure e porsi nella disposizione a perseguire l’obiettivo che si intende raggiungere, e abbandonare la modalità dell’antiscopo.
Significa anche darsi la possibilità di apprendere dagli errori senza giudicarsi, di vivere gli insuccessi come opportunità di raddrizzare il tiro, di pensare al fiasco valutando i fattori contingenti, il modo con cui gli altri reagiscono alle azioni per comprenderne i modelli relazionali e di pensiero, di osservare come “spettatori” i propri comportamenti e individuare gli errori al di là delle proprie presunte inadeguatezze.
Significa cominciare a pensare che la vita di una persona è fatta di errori e correttezze, non di incapacità. Che se ci sono insuccessi che si ripetono, ci sono comportamenti abituali da correggere.
Il comportamento evitante produce comunque sofferenze. Ha davvero senso continuare a vivere in una condizione che ti blocca nello stato psicologico in cui sei? In fondo, se ti poni il problema della tua situazione e leggi i miei articoli o di altri che scrivono sui medesimi temi, significa che stai male. Non è, forse più conveniente porvi rimedio?
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