Ti è mai capitato che una opportunità, una occasione positiva, non ti riesce di coglierla al volo? Accade soprattutto nelle interazioni con la persona che ci interessa in particolar modo.
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Carmen D'auria - s.t. |
Spesso non ci si rende neanche conto che tale possibilità ci sia stata, in altre circostanze si coglie il messaggio di disponibilità che viene trasmessa dall’altra/o ma non si agisce, oppure si comprende di aver avuto una occasione solo a posteriori. In tutti questi casi ci si è “bruciati”.
In genere, se il messaggio non colto di disponibilità viene da una donna, dopo alcuni suoi tentativi, la bruciatura diventa permanente.
Per le persone timide questa è una dannazione. Le cause possono essere diverse.
Quando l’attenzione è rivolta a sé stessi, l’ansioso sociale si trova in una condizione emotiva di fondo che comporta una sorta di assenza attentiva verso l’esterno, si è disattenti nel cogliere gli stimoli provenienti dagli altri.
Ciò è ancor più marcato se i messaggi di disponibilità, come accade nella maggior parte dei casi, sono in linguaggio non verbale (espressione degli occhi, dello sguardo, delle posture o movimenti del corpo) o espressi verbalmente in modo non diretto (frasi con senso lato, frasi riferite ad altro, frasi generiche, criptate).
Bisogna tener presente che l’ansioso sociale non ama i linguaggi verbali indiretti, egli ha sempre il bisogno di certezze, di linguaggi che non siano da interpretare ma che contengano la esatta, precisa, chiara e inequivocabile intenzione finale.
Ciò implica che, anche se c’è attenzione verso i messaggi esterni che pervengono, l’assenza di una intenzione espressa in modo diretto (desidero far l’amore con te, ti desidero, mi piaci davvero molto, ecc.) provoca un andare nel pallone. L’ansioso non sa come interpretare il messaggio e tende a propendere per una ipotesi negativa.
Il mancato o insufficiente apprendimento di modelli comunicativi e di interazione comportamentale è un’altra causa di tale problematicità.
L’individuo timido non comprende il significato o l’intenzione dell’altro/a e non si trova, quindi, nella condizione di cogliere il messaggio al momento.
In certi casi, anche comprendendo le intenzioni dell’altro/a, l’ansioso sociale non sa come comportarsi, non sa cosa dire e come dire. Resta bloccato come in una sorta di stato di sospensione dell’azione.
Poi c’è l’assetto cognitivo. Se si hanno credenze di base o derivate, incentrate sull’idea di una personale inabilità, incapacità, di non essere desiderabile, amabile, di essere difettoso nella mente, nel corpo o in entrambe, la persona timida è pervasa dalla paura. Questa emozione di paura può essere di fondo, latente o sentita coscientemente.
Comunque sia, la paura è strettamente collegata con le credenze disfunzionali attivate.
Quindi è paura di non saperci fare, di fallire, è paura di una prestazione inadeguata, di non essere all’altezza della situazione, di essere difettoso/a, di non essere capace di amare.
Le credenze strutturali sono inconsce, giungono allo stato cosciente o attraverso l’emozione della paura, o per vie traverse come nei pensieri automatici di cui, però, difficilmente si è consapevoli di averli avuti. L’ansioso sociale non riesce a separare, e riconoscere, fatti, emozioni e pensieri automatici, li percepisce come un tutt’uno, perdendo oggettività interpretativa.
Quando si attivano le credenze disfunzionali che definiscono il sé come inadeguato, non importa se il messaggio di disponibilità sia chiaro e diretto o indiretto, la persona timida è pervasa dalla paura che, in molti casi, è sentita come emozione di paura generica senza un riferimento alla sua natura causale. In questi casi, prende il sopravvento il comportamento evitante.
L’altro o l’altra, difronte alla mancanza di messaggi o comportamenti che dimostrano una reciprocità di intenti, reagisce con l’allontanamento da sé del soggetto ansioso. Le donne, in particolare, tendono a giudicare negativamente la persona a cui avevano diretto il loro messaggio di disponibilità e di intenzione, chiudendo definitivamente la porta.
Perché le donne dopo averti lanciato qualche segnale,se non fai nulla considerano la partita chiusa per sempre?
RispondiEliminaCiao Rix
EliminaTi faccio una premessa doverosa che, piaccia o no, non può essere ignorata. Il sistema motivazionale sessuale, di cui siamo dotati geneticamente, obbedisce a modelli comportamentali di corteggiamento e accoppiamento, anche questi insiti nella stessa natura delle specie viventi compreso l’homo sapiens. Questi modelli comportamentali, geneticamente determinati, prevedono l’iniziativa del maschio.
Benché l’homo sapiens abbia sviluppato una cultura della coppia e del corteggiamento, resta sempre fortemente condizionato dai processi mentali delle aree limbiche e basso corticale del cervello; processi cerebrali che sono automatici e non razionali e che funzionano in modo quasi meccanicistico, cioè secondo schemi comportamentali pre costituiti geneticamente: ad una azione deve corrispondere una precisa reazione. Si tratta di meccanismi dicotomici, un po’ come lo 0 e l’1 nell’elettronica.
È chiaro che in tutti i fenomeni naturali esistono delle eccezioni e le possiamo notare nelle donne disinibite che si trasformano in cacciatrici. Ma l’eccezione conferma la regola.
Fatta questa necessaria premessa che ci fa comprendere la complessità della cosa, vengo alle cose umane.
Le persone non hanno il potere di leggere nel pensiero, possono solo interpretare ciò che vedono. I comportamenti, molto di più che nella verbalità, sono soggetti a molti tipi di interpretazione.
Inoltre lei (ma anche il maschio) agisce e pensa secondo le proprie aspettative verso l’altro, se queste non sono soddisfatte, l’altro non rientra più nel novero delle persone appetibili.
Le interpretazioni della mancata risposta positiva e propositiva da parte dell’uomo sono di diverso tipo.
Lei considera l’altro inadeguato, imbranato, incapace, non all’altezza di avere una relazione di coppia o di sesso. È un giudizio negativo su di lui. Per cui ritiene non possibile tale relazione. Possono insorgere in lei sentimenti di antipatia, disgusto o di distacco.
La ragazza può ritenere lui come non affidabile, una persona su cui non si può contare e che potrebbe abbandonarla.
La donna può sentirsi rifiutata, in questo caso possono insorgere in lei pensieri negativi su sé stessa, come non amabile, non meritevole di amore, attenzione, come donna non interessante, brutta esteticamente, come persona inadeguata. La relazione vien considerata, pertanto non proponibile.
Lei può sentirsi snobbata. In questo caso si sente offesa e possono insorgere sentimenti di rancore, antipatia, di distacco o anche di odio.
Potrebbe capire di avere a che fare con un timido e non essere interessata a questo tipo di relazione.