27 maggio 2021


Un importante sistema motivazionale è quello dell’attaccamento, si tratta di un modello operativo interno innato e che condividiamo con mammiferi e uccelli.

Ogni essere vivente, per tutta la vita, ha bisogno di attenzione, cura, conforto, protezione, comprensione, affetto.

Nicoletta Spinelli 
I once was vulnerable

Se il sistema dell’attaccamento di un individuo trova risposte positive da parte degli altri, questi sviluppa senso di sicurezza in sé con conseguente autostima, equilibrio psichico, senso di soddisfazione per ciò che è come persona; le emozioni che prova verso sé stesso e verso gli altri sono di segno positivo, egli vive con fiducia verso i propri mezzi e verso gli altri.

Al contrario, se i bisogni addotti dal sistema dell’attaccamento non trovano compimento, la persona vive con sofferenza interiore, scarsa autostima, poca fiducia verso gli altri e verso il proprio futuro. I sentimenti che prova sono generati da un sistema cognitivo che la descrivono come non amabile, incapace di districarsi nelle situazioni sociali, non meritevole di attenzione da parte degli altri.

L’affettività dipende in larga misura da come si vive emotivamente l’interazione con le figure di riferimento e da come queste ultime rispondono alle richieste di attaccamento.

Le carenze affettive favoriscono lo svilupparsi del rafforzamento e della radicalizzazione delle credenze di base disfunzionali riguardanti il sé, il sé con gli altri e gli altri.

Nella timidezza questo problema è assai comune.

La persona timida con carenze affettive è insicura, manifesta indecisione nei momenti delle scelte e delle decisioni, vive con timore e ansia le relazioni interpersonali e l’interazione con le persone dell’altro sesso verso cui prova sentimenti d’amore o bisogni sessuali: paure e ansia che producono l’inibizione ansiogena rendendo ostico ogni tentativo di relazionamento.

Se la persona timida sviluppa credenze riguardanti la non amabilità, il livello di autostima è assai basso. Nei suoi tentativi o desideri di instaurare relazioni amicali o di coppia si ritrova con pensieri automatici previsionali improntati all’idea del fallimento o del rifiuto da parte degli altri mentre i pensieri automatici, riguardanti mezzi e possibilità proprie, tendono a riferirsi all’idea di non essere sufficientemente attraente fisicamente o come persona, di non ispirare interesse negli altri, di non essere all’altezza di gestire una relazione interpersonale, di non essere capace di amare, che il proprio futuro è nero.

Se il soggetto timido ha sviluppato credenze di inadeguatezza, l’idea del fallimento ed il giudizio negativo altrui si presentano con insistenza nei pensieri previsionali.

Le carenze affettive nelle persone timide possono tradursi in comportamenti passivi e di dipendenza verso l’altro/a per cui rischiano di apparire appiccicosi, insistenti, talvolta logorroiche; in altri casi possono svilupparsi idee e sentimenti che si svolgono sul tema della scarsa fiducia, della non credibilità, non affidabilità degli altri per cui esse vivono con distacco e sospetto sia le relazioni amicali, sia quelle di coppia.

In questi ultimi casi esse avvertono il bisogno del controllo orientato a verificare l’effettivo interesse provato da un altro/a o dagli altri, per cui tende a mettere alla prova i soggetti con cui entra in relazione e ciò, alla lunga, produce crisi relazionali.

Date le forti difficoltà che incontrano nelle relazioni interpersonali, gli individui timidi vivono una condizione di solitudine, spesso di isolamento: fattore che li induce al ritiro sociale.



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