Mindfulness significa meditazione consapevole. È una strategia psicoterapeutica che mira a modificare il rapporto tra l’individuo e le proprie esperienze interiori, quali i pensieri invasivi, le emozioni, l’ansia, gli stati di stress percepiti.
È anche considerata come modello operativo complementare delle pratiche psicoterapeutiche mirate a rendere funzionali quei comportamenti e quei pensieri che sono alla base di disturbi emotivi.
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donna spia dalla finestra - Johann Georg Meyer |
È anche considerata come modello operativo complementare delle pratiche psicoterapeutiche mirate a rendere funzionali quei comportamenti e quei pensieri che sono alla base di disturbi emotivi.
La mindfulness rappresenta il punto d’incontro sia delle esperienze funzionali di determinate pratiche della cultura buddista, sia delle formulazioni dei sistemi cognitivi e comportamentali provenienti dalla psicologia.
Essa è finalizzata, da una parte, alla pratica della concentrazione; e dall’altra, a suscitare, nella mente, uno stato di consapevolezza e comprensione della natura della realtà così com’è, nella sua oggettività.
La tecnica della mindfulness, quindi, punta a prestare attenzione, in modo intenzionale, alla nostra esperienza del momento così com’è, evitando di interpretarla come crediamo o desideriamo che sia, cioè in funzione dei condizionamenti mentali.
La mindfulness, essendo “osservazione” dell’esperienza del momento presente, privata di ogni forma di giudizio e di valutazione, si pone con un atteggiamento di accettazione dell’esperienza stessa, per come si configura; per cui, durante la meditazione, tutti quei fenomeni cognitivi che si presentano nella nostra mente come percezioni, cognizioni, emozioni, sensazioni, immagini, pensieri, sono osservati con attenzione senza mai essere valutati in termini di vero o falso, importante o futile, buono o cattivo, benefico o dannoso, brutto o bello.
Inoltre, si apprende anche a non sviluppare un attaccamento disfunzionale al piacere, o una repulsione insostenibile verso la spiacevolezza; fattori, questi, che favoriscono il permanere degli stati di sofferenza.
In breve la mindfulness è un esercizio di osservazione, non giudicante, del flusso degli stimoli provenienti dall’esterno o dall’interno nel momento presente.
In questo tipo di approccio alle problematiche interiori, si punta a ridurre il ricorso all’evitamento e ad aumentare il repertorio comportamentale. Il tutto attraverso una logica di accettazione non giudicante.
Nella psicoterapia cognitivo comportamentale, il ricorso alla mindfulness, si pone l’obiettivo di riuscire ad ottenere un processo di distanziamento critico dagli schemi cognitivi disfunzionali, mediante le tecniche di consapevolezza e accettazione.
L’esercizio della meditazione consapevole, aiuta a considerare i propri pensieri, come eventi temporanei dai significati relativi, anziché come rappresentazione esatta della realtà oggettiva o del proprio sé.
Giacché la meditazione è una tecnica finalizzata all’approfondimento dell’attenzione e all’acquisizione di una lucida consapevolezza, le persone stressate e quelle ansiose, possono apprendere a osservare pensieri, sensazioni, emozioni ed eventi, in modo oggettivo. Non solo; si apprende a farlo senza reagire a tali stimoli, acquisendo, così, una maggiore capacità di introspezione e accettazione delle esperienze e la comprensione che tali eventi hanno carattere transitorio e impersonale.
Approcciarsi alle pratiche della mindfulness significa essere disponibili a prendere di petto sofferenza, confusione, emozioni, sentimenti e pensieri negativi continuando a osservare per un periodo di tempo prolungato il momento presente e al di là del pensiero.
Il nostro ruolo, in queste forme meditative, e quello dell’osservatore, dell’esploratore, di colui che è intento a cogliere, con lucidità e attenzione, ciò che si presenta nel nostro campo percettivo, fisico e mentale. Noi siamo, in quei momenti, gli scopritori genuini dell’esperienza.
L’osservatore, però, non ha il compito di giudicare. Egli si muove nel campo della descrizione. L’assenza del giudizio è di fondamentale importanza se vogliamo evitare di cadere nelle trappole mentali dell’emotività che ci riconsegnerebbe prigionieri dei pensieri negativi.
Luigi Zizzari