30 maggio 2022


Nella timidezza, e in altre forme di ansia sociale, la paura degli altri può coniugarsi anche come timore di giudizi altrui, paura di loro possibili reazioni negative a un proprio comportamento, timore di esclusione e rifiuto sociale.

Arecco Alessandra - angoscia

In questi casi non è da intendersi come paura dell’altro in quanto tale, ma come timore delle conseguenze sociali che possono scaturire dal proprio comportamento che possono comportare nocumento alla qualità della propria vita.

Tuttavia, in alcuni casi l’altro è visto come soggetto pericoloso, inaffidabile, cattivo. Ciò è possibile quando il sistema cognitivo di base ha assunto una visione generale dell’altro e degli altri orientata a tali idee.

24 maggio 2022


Perché abbiamo un livello cosciente e uno inconscio?


Ciò che perviene allo stato cosciente della nostra mente è il risultato finale di un insieme di processi che si sono svolti e che impegnano diverse aree e sistemi cerebrali.

Giuseppe Rubicco - trasparenze mentali

La differenza tra le quantità di informazioni che giungono allo stato cosciente e quelle che non vi pervengono è enorme. Non salendo allo stato cosciente, tutte queste informazioni sono inconsce.

Per fare una battuta potremmo dire che il livello inconscio fa il lavoro “sporco” che nessuno di noi conosce, mentre il livello cosciente e, in particolar modo quello di ordine superiore nell’uomo, ci permette di operare utilizzando le capacità logiche della neocorteccia; in questo livello siamo coscienti di essere coscienti. 

La differenza tra il modo di operare del cervello allo stato cosciente e quello del livello inconscio sta in due fattori principali: il livello cosciente e, particolarmente, quello della coscienza di ordine superiore, vede implicate aree del cervello poste al livello corticale e il suo modo di procedere è di tipo sequenziale; il livello inconscio non necessita di processi elaborativi corticali, infatti, sono implicate sostanzialmente le aree cerebrali sotto corticali. A questo livello i processi neurali si svolgono in parallelo.

A questi due tipi di operare del cervello possono essere associati i processi logici propri dello stato cosciente e i processi “irrazionali” del livello inconscio.

L’irrazionalità


In realtà più che parlare di irrazionalità dell’inconscio, si tratta di processi automatici che, in condizioni normali, ci permettono di agire con tempestività.

Il livello inconscio è, in termini evolutivi del cervello, quello più antico e ha permesso al mondo animale di adattarsi all’ambiente, difendersi dai predatori, riprodursi, apprendere attraverso processi cerebrali automatici memorizzando, sostanzialmente, l’associazione tra le esperienze e le emozioni provate con esse.

Al livello inconscio l’associazione esperienza-emozione, una volta memorizzata, va a far parte di quella che viene chiamata conoscenza implicita.

In tale livello, alla mente non importa di avere ragione o torto, gli importa di agire con la massima tempestività e salvaguardare le condizioni omeostatiche. I processi neurali che vi si svolgono operano una selezione automatica di tutte le informazioni che pervengono al cervello.

La logica


È una capacità propria della corteccia cerebrale dove hanno luogo tutti i processi elaborativi coscienti.

In questo caso la corteccia e le aree sotto corticali si scambiano informazioni reciprocamente.

Le informazioni legate all’associazione esperienza-emozione che si è svolta nel livello inconscio giungono alle aree corticali solo in minima parte e in modo grezzo, qui sono elaborate coscientemente e con modalità logica.


Tuttavia, il processo neurale logico lavora su un insieme di cognizioni costituitesi nel livello inconscio assumendone i contenuti come se fossero dati oggettivi.

Il fatto che il livello cosciente e logico tratta le informazioni, provenienti dal piano subcosciente (particolarmente la associazione esperienza-emozione), come dati oggettivi crea non pochi problemi all’uomo.

Per fare qualche esempio semplice è come se io dovessi fare dei calcoli aritmetici assumendo la nozione che 2 + 2 è uguale a 5. In tal caso, anche applicando una buona logica, i miei calcoli avrebbero comunque una conclusione errata.

È quello che succede nelle ansie sociali quando il pensiero razionale è chiamato a fare i conti con cognizioni, formatesi al livello inconscio e riguardanti la definizione del sé, del sé con gli altri e degli altri.

La memorizzazione emotiva delle esperienze che non ha subito un processo di elaborazione cosciente influenza, in modo deciso, anche i processi logici.




14 maggio 2022


L’ansia da competenza si manifesta quando l’individuo si trova in situazioni in cui ritiene sia necessaria la competenza che pensa di non avere. 

Alberto è sempre stato criticato sin da bambino dai propri genitori. I genitori di Amelia si sono sempre sostituiti a lei nelle decisioni e anche nelle scelte semplici. Carlotta e Ruben, sin dall’infanzia, sono stati abitualmente apostrofati dai genitori con parole o frasi del tipo: “sei un imbecille”; “non capisci niente”; “sei un incapace”; “mi fai fare solo brutte figure”; “sei la pecora nera della famiglia”.

Goa - Magia portami via

Cristina che soffre di depressione si sente sempre dire, da uno o ambedue i genitori, che deve darsi una mossa, che deve smettere di frignare, che non fa niente, che deve cambiare registro, che deve fare questo o quello.

Ciro è cresciuto in un ambiente anassertivo dove il giudizio positivo degli altri è considerato una necessità assoluta.
Sergio ha una famiglia in cui si ritiene che avere sempre successo è doveroso, che è necessario essere dei vincenti, che l’errore non gli deve appartenere.

Questi sono esempi di casi nei quali il soggetto che subisce tali comportamenti e assunzioni sviluppa credenze di base inerenti a idee del sé e del sé con gli altri improntate ai concetti di incapacità, inabilità, inutilità, di fallimento come persona, di difettosità.

Credenze di base che, a loro volta, favoriscono il formarsi di cognizioni intermedie e derivate che, oltre a confermarle, rinforzarle e irrigidire, determinano comportamenti evitanti che poi diventano abituali e automatizzati.

Si tratta di schemi cognitivi che possono sia attivare emozioni negative e stati d’ansia, sia essere attivati da questi generando il processo circolare della timidezza.

Se ci si sente incapace, inabile o inutile, o persona fallita, i pensieri previsionali automatici e negativi, così come quelli di valutazione, conducono sempre alle stesse conclusioni: l’insuccesso. Tutto a prescindere dalle reali capacità e potenzialità personali.

Così, l’idea di incompetenza radicata e fondamentalmente inconscia produce inibizioni molto potenti.

Messa di fronte a situazioni sociali che attivano questi schemi cognitivi negativi, la persona timida è pervasa dall’emozione della paura e insorge l’ansia.

I pensieri automatici negativi di previsione si risolvono in locuzioni del tipo: “farò una figura di merda”; “mi giudicheranno negativamente”; “rideranno di me”; “andrà a finire male”; “come al solito mi bloccherò e non riuscirò a far nulla”; “tutti si accorgeranno che non valgo niente”; “capiranno che sono una persona incapace”; “sarà l’ennesimo fallimento”; “non sono all’altezza”.

La timidezza si esprime in molte forme; tra queste c’è l’ansia da competenza. Questi tipi di problemi ricevono “sostegno” dai quei valori veicolati dai media che riguardano i concetti sull’essere vincenti, sul successo, sulla competizione.

Nel momento in cui tali concetti acquisiscono valore primario e/o di riferimento culturale nella mente dell’individuo timido che si percepisce incapace, inabile socialmente, di scarso valore, egli vive le relazioni sociali con un senso di inferiorità e/o di inadeguatezza, sentendosi un pesce fuor d’acqua, condannato a vivere una vita priva di affettività e/o sessualità, destinato anche a una vita sociale piuttosto scarna.

I processi cognitivi cui ho poc’anzi accennato innescano la paura e, conseguentemente, i sintomi dell’ansia. Quest’ultima può manifestarsi con effetti inibitori sia in termini fisici (impaccio nei movimenti, sudorazione, rossore nel viso, battito cardiaco accelerato eccetera eccetera), sia in termini mentali (difficoltà di accedere alla memoria, blocco mentale, eccetera).