La paura della delusione o dell'abbandono è paura della sofferenza che tale evento produce.
Nelle ansie sociali la delusione può essere considerata in vario modo:
- Il venir meno di aspettative riposte nell’altra/o;
- Considerarsi colpevole di aver favorito il verificarsi della delusione stessa con il proprio comportamento;
- Avere una storia di sofferenze nelle relazioni interpersonali;
- Essere il risultato di idealizzazioni eccessive riguardanti la relazione a cui si aspira;
- Essere il risultato di propri comportamenti disfunzionali;
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Noell S. Oszvald - autoritratto |
Sovente si verifica con la fine di una relazione di coppia e, in tal caso, la scottatura produce sentimenti di sconforto, tristezza, senso di abbandono, abbattimento emotivo, avvilimento.
Nelle persone ansiose, l’evento che produce la batosta emotiva può avere ripercussioni in termini di sofferenze psicologiche che possono protrarsi anche per anni quando tale esperienza non viene elaborata e, quindi, superata.
È proprio quando la delusione relazionale non è elaborata e superata che subentra la paura della delusione come fattore di sofferenze ritenute insormontabili e non sopportabili.
La condizione di sofferenza per delusione e/o abbandono può comportare la formazione di cognizioni disfunzionali riguardanti gli altri: si fa avanti l’idea consistente e, spesso, permanente dell’inaffidabilità dell’altro/a. Tuttavia non sempre è così.
Altrettanto potente è l’azione che può svolgere la memoria emotiva. Quando una sofferenza è memorizzata associando l’esperienza in sé con le emozioni negative vissute, il richiamo della memoria riporta un ricordo in cui l’intensità della sofferenza è fortemente amplificata.
In queste situazioni l’idea che possa verificarsi il ripetersi di analoghe esperienze conduce a valutazioni previsionali in cui la sofferenza è considerata non sopportabile o portatrice di grave e perdurante danno mentale e/o con la perdita delle capacità di autocontrollo.
Quando l’esperienza della delusione relativa ai rapporti amicali si ripete più volte nel corso del tempo, l’idea dell’inaffidabilità dell’altro si rafforza e radicalizza. In quest’ambito, la sfiducia riposta negli altri finisce col compromettere anche la nascita di nuove amicizie o conoscenze: i comportamenti dell’ansioso diventano sempre più di difesa e chiusura.
La paura è l’emozione principe di tutte le forme di ansia, a essa è sempre connesso il comportamento evitante che esprime l’azione come risposta ai processi cognitivi di valutazione e previsione.
Come ho spesso scritto, nelle ansie sociali, la paura della sofferenza induce a comportamenti evitanti. Ciò implica anche che l’evitamento della sofferenza produce altra sofferenza che si manifesta in termini di solitudine, di scarsa socialità, di condizione permanente di tristezza o infelicità di fondo.
Quando una persona ansiosa ha una storia di ripetute delusioni e/o abbandoni nell’ambito delle relazioni interpersonali, di coppia o amicali, quello evitante può non essere l’unico tipo di comportamento a essere attuato, infatti, in taluni casi, essa tende a manifestare la propria condizione di sofferenza psicologica o emotiva, con comportamenti di irritabilità, scontrosità, aggressività, oppure con atteggiamenti verbali respingenti, di allontanamento dell’altro/a.