22 luglio 2010

Escher: relatività
Quella della prestazione, è spesso il patema d’animo del soggetto timido. Si presenta quando bisogna fare una presentazione di un progetto, una relazione di lavoro, prendere la parola ad un convegno, oppure nelle circostanze in cui ci si appresta a sostenere un esame o ad affrontare un colloquio di lavoro, se si ha da fare una performance come suonare, cantare o ballare. In tanti di questi contesti sociali, la presenza di una pluralità di persone costituiscono un fattore di accentuazione dello stato ansioso.

Come per tutte le situazioni ansiogene, a scatenare il malessere sono i pensieri, figli del sistema cognitivo.
Alla base, dunque, ci sono credenze che, a seconda dei casi, vertono su considerazioni del tipo:
  • Il proprio valore dipende dall’approvazione e dal giudizio altrui;
  • Il non essere perfetti, precisi, efficienti, è una dimostrazione di inettitudine, di incapacità, di nullità;
  • Il commettere degli errori è una prova di incompetenza, di inadeguatezza;
  • Qualsiasi errore, imprecisione, farfugliamento, incespicamento, induce gli altri inevitabilmente a giudizi negativi;
  • Che la vita scorre su di un filo di lana oltre il quale c’è il baratro;

Da qui la necessità, fortemente avvertita, di essere sempre il migliore, di non commettere mai degli errori, di avere sempre una preparazione senza falle, di dover riscuotere obbligatoriamente apprezzamento e approvazione da parte degli altri, ma anche alla necessità di dover pensare continuamente al perenne rischio di fallimento, di pericolo, di paura, di disapprovazione, di esclusione.

14 luglio 2010

rilassati e vola
Nei momenti in cui si è preda dell’ansia, senza rendercene conto, poniamo in contrazione alcuni muscoli che in condizione normali dovrebbero essere in uno stato di riposo ed attivarsi solo in quelle condizioni in cui il movimento o la posizione del corpo ne richiedono l’attività.
Le fasce muscolari che vengono coinvolte svolgono quindi un lavoro non necessario e stressante che le rendono maggiormente predisposte a quei malanni che tutti noi conosciamo.
Ad essere interessate a queste attività “extra” sono ad esempio i muscoli della schiena, quelli addominali, ma anche alcuni di cui abitualmente non sospettiamo come quelli facciali e della fronte.
Anche una postura scorretta che le persone timide propendono ad avere più degli altri, come il tendere a piegarsi in avanti, ad avere le spalle alzate, a tenere il capo chino in avanti, spingono una serie di muscoli ad un lavoro maggiore.

4 luglio 2010


Queste distorsioni cognitive, in realtà, capitano un po’ a tutti, ma in modo del tutto episodico, sporadico; la differenza che c’è tra una persona non complessata ed una persona timida o un ansioso sociale in genere, è nella quantità: negli individui timidi, negli ansiosi sociali, le distorsioni cognitive sono ripetitive, si verificano con sistematicità.

Magritte: la riproduzione interdetta
Gli schemi cognitivi disfunzionali dei soggetti timidi si presentano più rigidi ed inflessibili rispetto alla normalità e quindi tendono a comportarsi sempre allo stesso modo, rifacendosi sempre agli stessi schemi di significati, senza riuscire a modificarli.
Devo aggiungere, anche in relazione alle varie forme di pensiero analizzate poc’anzi, che uno schema cognitivo diventa disfunzionale quando:

  • Distorce la realtà, in quanto tende a interpretare le informazioni in modo deformato e individuare  informazioni che confermano gli schemi distorti.
  • Genera sofferenza;
  • I modi di interpretare gli eventi sono poco differenziati o non lo sono affatto, è il caso ad es. della dicotomia;
  • Non viene invalidato dagli eventi che accadono nella vita reale, la credenza risulta impenetrabile, impermeabile a nuove informazioni.