26 dicembre 2011

II PARTE

Con il rinforzo si crea una struttura protettiva della credenza che si manifesta attraverso una serie di attività cognitive che hanno il compito di bloccare il processo dell'invalidazione. 
Quanto maggiore è la quantità dei rinforzi di una credenza, tanto più forte e resistente è la struttura protettiva collegata.


Funzione del sistema cognitivo è il raggiungimento degli scopi, questo implica che non necessariamente esso sia interessato a recepire le invalidazioni, è più propenso a tenere attiva la maggior capacità possibile di valutazione e previsione.
Per questa ragione il sistema cognitivo, per non privarsi di una tale potenzialità, attiva le strutture protettive a difesa di quelle credenze fortemente confermate, soprattutto quando riguardano l'interpretazione di sé.


Le strutture protettive delle credenze cui ho accennato fanno parte degli stili di crescita della conoscenza:

Rafael Dussan - la pazza

  • L’esplorazione; agisce in positivo, opera modificando la credenza per renderla più coerente con la realtà e quindi più adattativa;
  • L’elusione; impedisce l’esplorazione in modo che il sistema non possa trovare elementi che confermino l’invalidazione, si manifesta con l’evitamento o la rimozione;
  • L’immunizzazione; blocca quei processi cognitivi che permettono il passaggio da un’idea a un’altra stravolgendone la logica dell’implicazione (è del tipo “se A è vero, allora anche B è vero”).
  • L’ostilità; ha l’obiettivo di ridurre il livello di certezza dell’invalidazione, opera manipolando la fonte o riducendone la credibilità.

Per far comprendere meglio la rilevanza dei rinforzi, voglio fare un esempio semplice: prendiamo il caso della recente scoperta secondo la quale i neutrini viaggiano a una velocità superiore a quella della luce, ebbene, più si ripeteranno questi esperimenti che confermano la scoperta, sempre più saremo convinti che ciò sia vero (rinforzi), e sempre più metteremo in discussione coloro che ancora negheranno la validità di questa novità (negazione dell'invalidazione). Allo stesso modo abbiamo anche potuto appurare, come il mondo scientifico si sia mostrato scettico (negazione dell'invalidazione), quando è stata data per la prima volta la notizia; infatti, i fisici hanno affermato così tante volte la validità della teoria di Einstein che la consideravano un dato certo, acquisito e scontato (rinforzo), tant'è che si sono sentiti smarriti e privati di una conoscenza, per loro, tanto importante.


Il rinforzo irrigidisce il sistema cognitivo nella valutazione della validità di quella data credenza.


In condizioni di normalità, conferme e invalidazioni si verificano in modo continuo, noi siamo sottoposti a questi processi tutti i giorni.
Il problema sorge quando, a essere rinforzate, sono credenze non aderenti alla realtà, cioè disfunzionali, e diventa ancora più problematico se le credenze disfunzionali non invalidate, riguardano da una parte, le proprie capacità, abilità, potenzialità, amabilità, valore personale, dall'altra la percezione degli altri e delle relazioni interpersonali e/o sociali. In questi casi il livello di rigidità è ancora più marcato, in quanto le credenze, riguardando se stessi e il mondo sociale, hanno primaria e fondamentale importanza per il raggiungimento degli scopi.


Le mancate invalidazioni delle credenze disfunzionali, determinano effetti negativi a cascata, per quanto riguarda le attività cognitive e innescano dinamiche circolari per quanto riguarda i processi che si attivano nell'ansia sociale e quindi nella timidezza
Il sistema cognitivo non prende atto dei propri fallimenti, non impara dall’esperienza e continua a ripetere sempre gli stessi errori, un sistema poco o non articolato blocca il suo stesso sviluppo, infatti, una nuova idea o va generata o appresa dall’esterno, cose che diventano difficili quando un sistema è povero: non è facile cambiare punto di vista quando si stenta già ad averne uno.

20 dicembre 2011

I PARTE

Come mai i pensieri degli ansiosi sociali mantengono la loro visione negativa di sé e del resto, nel tempo? Rispondere a questa domanda significa comprendere le dinamiche che permettono la permanenza delle credenze disfunzionali.



Tutte le credenze che si formano sono soggette a una continua modificazione, un processo che dura tutta la vita. Questo fenomeno di aggiornamento ha lo scopo di mettere in condizione l'intero sistema cognitivo e le sue attività di essere sempre più adeguate alla realtà e migliorare le capacità adattative.
Una credenza, essendo un modello ipotetico del mondo reale, necessita di un continuo aggiornamento e modellamento per fare aderire al meglio i propri schemi interpretativi alla verità oggettiva delle cose.
Il fenomeno attraverso cui si attua il processo di adeguamento delle credenze è dato dalle invalidazioni.


L'essere umano è costantemente sottoposto a stimoli provenienti sia dall'esterno, sia da se stesso. Questi stimoli sono di varia natura, provengono dai sensi dell'uomo, dalle esperienze materiali e oggettive, dalle esperienze emotive, dal continuo relazionarsi con il mondo delle cose e con il mondo delle relazioni interpersonali, provengono da varie forme di apprendimento (formativo, relazionale, esperienziale).


Gustav Klimt - albero della vita 3
Quando uno stimolo delinea una realtà oggettiva in contraddizione con l'ipotesi interpretativa dettata dalla credenza corrispondente, si ha un’invalidazione.


In pratica, il sistema cognitivo si viene a trovare nella condizione di non poter più riconoscere la validità della credenza invalidata, in quanto non più soddisfacente il bisogno di aderenza al mondo reale e non più utile ai processi di adattamento alla vita sociale e materiale.


L'invalidazione costituisce, pertanto, l'accertamento d’inadeguatezza di una credenza alla realtà e alla sua rimozione o messa in mora.


Il fenomeno dell'invalidazione, di per sé, non è costitutiva di una nuova credenza, questa - semplicemente - viene rimossa: spetta all'attività del sistema cognitivo sostituire o modificare la credenza invalidata.


Questo fatto implica un temporaneo vuoto interpretativo che genera un temporaneo stato di crisi dell'apparato cognitivo in quanto è privato di uno schema rappresentativo della realtà ed è, quindi, impossibilitato a esperire quelle attività cognitive per far fronte a quegli eventi cui venivano collegate le credenze invalidate.


Nella realtà, e in condizioni normali, il sistema cognitivo è abituato e allenato a modificare o sostituire una credenza destituita, esso infatti, acquisisce elasticità operativa grazie all'esercizio continuo di tale funzione: il vuoto informativo viene rapidamente colmato in modo tale che le attività correnti dell'uomo non subiscono apprezzabili fattori di crisi.
Purtroppo, non sempre è così. 


Nel caso dell'ansia sociale il processo dell'invalidazione s’inceppa. Perché?


Come abbiamo visto le credenze sono sottoposte a continue verifiche di validità. Esse possono essere invalidate, ma anche confermate della loro validità, come accade per tutte quelle credenze che si mostrano pienamente coerenti con i dati oggettivi provenienti dall'esperienza. 


Quindi le credenze non subiscono soltanto un processo di invalidazione ma anche un processo di validazione. L'atto di conferma di uno schema di memoria conferisce un nuovo attributo di validità che va ad aggiungersi a quelli precedenti, questo fenomeno viene chiamato rinforzo.


Questo fenomeno di rinforzo è facilmente comprensibile alla luce delle due leggi dell'apprendimento di Skinner che determinano il concetto di condizionamento operante


14 dicembre 2011

Una persona vive la timidezza come problema nel momento in cui, questa, diventa un handicap nello svolgimento della propria vita sociale.
Sono gli effetti che la timidezza produce, a rendere il soggetto timido cosciente del proprio disagio. Egli, infatti, non è consapevole dei fattori e dei processi cognitivi responsabili della propria condizione mentale.


Vive l'emozione della paura ora, come fenomeno auto giustificante, autosufficiente o auto generata, ora come riflesso di percezioni che avverte in modo confuso, ora come effetto causato dall'evento.
I suoi pensieri, dinanzi al momento ansiogeno, vertono su previsioni negative, considerate certezze dell'avvenire, su una condizione di stallo del problem solving, da un sentimento d’incapacità o inabilità che spesso non sa spiegare.
La timidezza è, talvolta, vissuta come una sorta d’indeterminatezza che la mente cosciente avverte come sensazione astratta, priva di contorni o forme definite.


Umberto Boccioni - idolo moderno
L'associazione timidezza-disagio e timidezza-conseguenze negative, diventano le certezze della condizione di essere persona timida. Sul fronte di queste certezze, l'ansioso sociale misura il proprio grado di esclusione o di fallimento sociale.
L’attribuzione di causa viene fatta coincidere con l'evento stesso, o con fattori causali di rimbalzo cioè derivati, oppure con valutazioni cognitive disfunzionali.



8 dicembre 2011

La credenza è uno schema interpretativo della realtà che si forma nella nostra mente. La sua funzione è di informare la persona su se stessa, sugli altri, sul mondo esterno. 
Tali informazioni vengono poi utilizzate, nei processi cognitivi, per analizzare gli eventi, valutare le proprie capacità per far fronte a essi, fare delle previsioni sui possibili effetti di una nostra ipotesi di reazione all'evento, determinare il comportamento più adatto alla circostanza.


Questi schemi interpretativi, che si manifestano nella forma di convincimenti, risiedono a un livello profondo della nostra mente e quindi sono inconsci, ciò implica che l'individuo non ha la consapevolezza di avere tali credenze.


Dalì - illusioni diurne
L'insieme delle credenze costituisce un sistema interpretativo della realtà, un sistema d’ipotesi che ci informa su come funziona il mondo, sono una rappresentazione della realtà, è conoscenza intesa come aggregato d’informazioni acquisite attraverso le esperienze nelle sue varie forme e contesti.


Le credenze si strutturano attraverso l'apprendimento, processo che avviene in modo variegato, attraverso i sensi, le emozioni, la percettività, l'interazione fisica, il linguaggio, per imitazione o similitudine, attraverso l'interazione con le persone di riferimento o esterne a tale rapporto.