26 marzo 2012

La competenza sociale o assertiva è data dall'abilità di un individuo nel riuscire a comunicare in modo aperto e chiaro con gli altri, riuscendo a soddisfare bisogni, diritti, motivazioni e aspirazioni con fare ragionevole senza procurare danno a istanze simili degli altri individui.


Si esplica attraverso il repertorio sociale della persona che è costituito da elementi di espressione verbali e non verbali.


L’abilità sociale è, dunque, la capacità di utilizzare in modo efficace i canali della comunicazione interpersonale. Essa è il fattore motore dell'agire individuale nella socialità umana. 


Renato Guttuso - liberté, egalité, fraternité
Cominciamo ad apprendere queste competenze sin dalla nascita, a partire dalla relazione con le figure di riferimento familiare, è un processo che dura tutta la vita, le cui fasi fondamentali, si dispiegano dall'età neonatale a tutta l'adolescenza, da zero a vent'anni.



22 marzo 2012

È un dilemma antico che tutti si pongono, ma negli ansiosi sociali assume vero e proprio carattere esistenziale.

Se nei soggetti normali l'apparire è finalizzata agli obiettivi senza significativo coinvolgimento emozionale, negli ansiosi l'aspetto emotivo è predominante e vincolante. Mentre nel primo caso il bisogno, la necessità o la scelta dell'apparire è legata a pensieri funzionali, orientati cioè alla definizione di comportamenti che producono vantaggi sostanziali, nei secondi, i pensieri sono disfunzionali e orientati a definire comportamenti finalizzati al controllo degli stati d'ansia e dei sentimenti di paura e preoccupazione. 


Gian Emilio Malerba - Maschere
Per una persona timida, l'essere implica fare emergere, in modo inequivocabile, tratti caratteriali della personalità, doti e capacità che essa giudica negativamente pertanto, inconsciamente, ha fondamentalmente paura che gli altri si accorgano di quelle carenze, incapacità e difetti che essa stessa ritiene di avere. 



15 marzo 2012

Le persone timide, così come accade in tutte le forme di ansia sociale, hanno generalmente scarse abilità nelle comunicazioni verbali. Problemi che i soggetti timidi vivono con notevole disagio che induce, in loro, ad avere comportamenti astensionisti nelle situazioni di gruppo in cui vi sono attività conversative. 


L'astensione verbale nelle attività discorsive non è, però, l'unico effetto di tale disagio; infatti, l'individuo timido tende a sviluppare disinteresse verso molte tipologie di conversazione e temi di discussione, soprattutto verso gli argomenti leggeri e d’intrattenimento in cui maggiormente si manifesta la difficoltà comunicativa. 


Max Ernst - la prima parola chiara
Altro fenomeno indotto è l'estraniazione mentale dal contesto, l'ansioso sociale comincia a macinare pensieri che nulla hanno a che vedere con la discussione in atto, attività tipica delle persone che stanno da sole. 


Insieme al disinteresse talvolta si sviluppa un sentimento di repulsione verso alcune tipologie di conversazione, generalmente, nei confronti delle chiacchierate frivole e su cui, il soggetto timido, costruisce teorie riguardanti il loro scarso valore culturale, la banalità, l'inutilità; a essere oggetto di queste teorie finiscono con l'essere anche le persone coinvolte in queste chiacchierate e considerate superficiali. 



6 marzo 2012

Nelle relazioni interpersonali ogni individuo ripone nei comportamenti altrui, delle aspettative e, allo stesso tempo, avverte il peso di quelle che gli altri ripongono nei suoi confronti.


Le aspettative ricoprono un po' tutti i campi dell'agire umano. Hanno un ruolo fondamentale nella formazione delle credenze soprattutto nel periodo neonatale. L'infante, infatti, comincia a formare i primi modelli interpretativi della realtà (credenze), riguardanti se stesso e gli altri, in funzione di come le figure di riferimento (caregiver) soddisfano proprio le sue aspettative.


Giovanni Faccioli - attesa
Anche tante scelte nel nostro operare nei confronti di altre persone, avvengono in risposta al grado di soddisfacimento dei comportamenti che ci attendiamo dai nostri interlocutori.


Le aspettative che riponiamo nei confronti degli interlocutori sono l'espressione di nostri bisogni, desideri, aspirazioni, sia nella dimensione sociale sia in quella individuale, che per ragioni varie, non siamo in grado o non possiamo soddisfare autonomamente. 
I bisogni primari e quelli di accettazione, affettività, cura e conforto, ci spingono a cercarne l'appagamento nei vari ambiti sociali in cui possono essere esauditi.