27 settembre 2012


Inizio la trattazione di quest’argomento chiarendo, per prima cosa, il significato del termine "comportamento" utilizzato in quest'articolo, così come in tutti gli altri che l’hanno preceduto.

Per comportamento intendo ciò che si dice e ciò che si fa, le espressioni e le azioni verbali o non verbali direttamente accessibili agli altri. Infatti, ciò che di ciascuno di noi non è accessibile alla conoscenza altrui, è quello che risiede nella nostra mente.

L'insieme di questi elementi di espressione utilizzati da un individuo, costituisce il suo repertorio comportamentale. 

In un mio precedente articolo facevo notare come la capacità di una persona nell’utilizzare, in modo efficace, il proprio repertorio comportamentale determina il suo grado di abilità sociale.

Bonechi - senza titolo 
In questa trattazione, ci interessano i comportamenti dell'uomo come soggetto sociale, cioè del suo modo di rapportarsi agli altri, di interagire nei vari ambienti, contesti e situazioni sociali.

Il repertorio dei comportamenti sociali si acquisisce per apprendimento. Cominciamo ad apprenderli già a pochi mesi dalla nascita. Lo facciamo per similitudine, per imitazione, per associazione, ma anche per esplorazione. Ne consolidiamo la conoscenza, l'uso e il loro collegamento a situazioni ed eventi, attraverso l'esercizio, la loro continua ripetizione.


19 settembre 2012


In diverse occasioni ho affermato che l'ansia sociale nelle sue varie forme, e quindi anche la timidezza, esiste solo se è riferita agli altri, cioè al mondo delle relazioni umane in tutte le sue forme (amicali, rapporti di coppia, di lavoro, ruolo sociale).

Se partiamo da quest’assunto, il timore di essere giudicati negativamente dagli altri, costituisce un fattore centrale nella definizione delle caratteristiche della timidezza e dell'ansia sociale in generale.
Non a caso, nei vari tentativi di definire la timidezza o la stessa ansia sociale, il riferimento alla paura del giudizio altrui, è tanto frequente da essere considerata una costante.

Enrico Baj - apocalisse
In una persona timida, quest’emozione è da ricondurre al soprastante sentimento della perdita, percepito come espressione di condizioni che annichiliscono il proprio ruolo, nelle sue varie forme del vivere sociale: la solitudine, l'isolamento, l'emarginazione, l'allontanamento, il fallimento, la non amabilità, la perdita di valore di sé.
Il sentimento della perdita costituisce, perciò, l'emozione che annuncia e prevede la conseguenza ultima non solo del giudizio negativo altrui, ma anche della condizione stessa dell'essere timido, ansioso sociale.


12 settembre 2012



Nella parte prima ho trattato di due dei tre elementi di base interdipendenti  della  mindfulness  e dell’accettazione.  Oggi tratterò del terzo e di cosa s’intende per meditazione consapevole.

Il restringimento del repertorio comportamentale 


Così come le credenze disfunzionali sono rigide e prevedono un numero molto ristretto di opzioni interpretative degli eventi e di se stessi, anche i comportamenti delle persone soggette all'ansia sociale, hanno un repertorio comportamentale molto ristretto. 

L'abitudine ad attuare comportamenti evitanti non danno spazio all'apprendimento o all'esercizio di altri modelli di comportamento. 

Sia il mancato apprendimento, sia il mancato esercizio, fanno sì che l'insieme dei comportamenti in uso si restringono a pochi modelli che diventano, per il soggetto ansioso, atteggiamenti standard e, in gran parte, automatici. 

Rene Magritte - scoperta
Ciò è dovuto al fatto che gli individui, soggetti alle varie forme d’ansia sociale, tendono ad attuare quel repertorio dei comportamenti che permette loro di evitare d’incorrere in esperienze di sofferenza. 

Va ricordato e sottolineato che questa tarantella accade perché l'individuo, memore delle esperienze trascorse, durante il processo di previsione degli eventi, associa alle esperienze sofferte, la situazione presente che sta valutando, in questo modo si verifica il fenomeno della fusione psichica, cioè rivive emotivamente l'esperienza del passato che viene associata al momento presente.
 Ovviamente il restringimento del repertorio comportamentale comporta anche una netta riduzione delle possibilità operative o cognitive nella gestione della vita sociale. Le implicazioni di tale fattore, sono ancora più evidenti se consideriamo il comportamento come forma di comunicazione inevitabile: non a caso il modello assertivo pone molta attenzione proprio verso l'apprendimento di repertori comportamentali e di comunicazione verbale.

5 settembre 2012


Con quest’articolo e con quello che seguirà, tratterò di acceptance e mindfulness, nuove tecniche psicoterapeutiche emerse, da qualche decennio, all’interno della psicologia cognitiva.
Questi modelli, pur partendo dagli assunti teorici di base della terapia cognitiva, concentrano l’attenzione terapeutica non sui contenuti espressi da credenze e pensieri automatici, bensì ai processi mentali, ponendo l'accento sulla libertà di scelta e il perseguimento degli obiettivi personali.
Si fondano su tre elementi di base strettamente collegati tra loro: la relazione con le proprie esperienze interne, l’evitamento esperienziale, il restringimento del repertorio comportamentale.

La relazione con le proprie esperienze interne


Renè Magritte - presenza della mente
Un fenomeno piuttosto tipico che ciascuno di noi sperimenta nella propria vita, è l'identificazione di sé con i propri pensieri, emozioni, immagini mentali o sensazioni fisiologiche, cioè con l'insieme delle proprie esperienze interiori. Per comprendere meglio questo concetto, basta pensare a quando ci capita di tornare, con la mente, al ricordo di esperienze passate: comportamento ed emozioni sono proiettate in quella dimensione temporale, tale che ne riviviamo la tragicità o la piacevolezza, sul nostro viso può abbozzarsi un sorriso o un'espressione triste. È il cosiddetto fenomeno della fusione psichica. Questa identificazione con le proprie esperienze interiori induce l'individuo a predisporsi in difesa o in apertura verso gli eventi analoghi che si verificano nel presente. Negli individui timidi, o assoggettati all'ansia sociale in generale, la fusione psichica costituisce una costante di vita sempre di segno negativo e attiva credenze disfunzionali e pensieri automatici negativi.
Proprio l’esperienza della fusione psichica, che produce il susseguirsi di pensieri automatici negativi e l’incedere dell’ansia, fa sì che l’individuo sia mosso dall’anelito che, nel proprio futuro, quelle stesse tipologie o similitudini di esperienze possano generare emozioni diverse da quelle negative sperimentate in passato.  Desiderio che può diventare un obiettivo possibile attraverso l’accettazione e la meditazione consapevole.