18 dicembre 2012


Ho più volte sottolineato (sia nel mio libro "addio timidezza", sia in precedenti articoli) come l'ambiente familiare sia quello che più di ogni altro fattore incide nella formazione delle varie forme di ansia sociale e ciò, quindi, vale anche per la timidezza.
A favorire lo svilupparsi di questi tratti ansiosi della personalità sono sia il fare che il dire, cioè, da una parte gli atteggiamenti posturali, le mimiche facciali, le azioni fisiche svolte nei confronti dei minori; dall'altra le frasi di rimprovero, di ricatto, d'induzione ai sensi di colpa, i motti, i precetti morali ed etici.

Esiste, dunque, un repertorio dei comportamenti familiari, le cui forme, ripetute nel tempo, affluiscono nella mente del bimbo andando a costituire quell'insieme di conoscenze ed esperienze che partecipano, significativamente e in modo determinante, al processo di formazione della definizione del sé, degli altri e del mondo. Definizioni che vanno poi a caratterizzare le varie forme di timidezza che possono svilupparsi.


Bortolossi Walter - la casa perfetta di tagore
Sebbene i genitori siano le figure che maggiormente incidono nella formazione delle credenze e della personalità dei bambini, non sono rari i casi in cui, altre figure parentali sono partecipi di tali processi formativi, come ad esempio zii e zie, nonni e nonne, cugini e cugine e via dicendo.


11 dicembre 2012


Quando un ansioso sociale fa i conti, nel suo dialogo interiore, con un evento che ha vissuto con ansietà o in modo non soddisfacente, rivisita con una certa insistenza gli avvenimenti, è mosso implicitamente o esplicitamente, dal desiderio di trovare soluzioni alla problematica emersa e che sente di dover risolvere. 
Comincia, così, a ruminare sugli avvenimenti, cerca di capire dove ha sbagliato, perché. Come intenzione è un modo di fare piuttosto normale, ma più si rimugina sugli eventi, più vi si gira intorno senza trovare soluzioni. È un incartarsi costante. 

Ciò accade perché le attribuzioni di causa e significato risentono marcatamente delle modalità interpretative dei fatti e queste sono, a loro volta, condizionate in modo determinante dai propri modelli cognitivi di definizione di sé, degli altri e del mondo.

La lettura degli eventi, nelle persone timide, negli ansiosi sociali in generale, è interpretazione emotiva della realtà, i fatti non vengono valutati nella loro oggettività, ma secondo le impressioni, sensazioni, paure e sentimenti, seguendo cioè gli impulsi emotivi. Il risultato è che il pensiero oggetto del ruminare, tende a stazionare sempre sugli stessi concetti, sulle stesse immagini mentali, sugli stessi puri atti di coscienza.

Paul Delvaux - la citta inquieta
Quel che accade, è che il tentativo di trovare soluzione, si trasforma in un continuo pensare e ripensare all'evento oggetto dell'attenzione, e questo fa precipitare l'individuo timido in una condizione mentale di non accettazione di ciò che è già stato, egli non riesce a capacitarsi che sia accaduto ciò che non sarebbe dovuto accadere. 
Gli ansiosi sociali non fanno che notare la discrepanza tra ciò che è, e ciò che dovrebbe essere o che si vorrebbe sia; la stigmatizzazione di tale discrepanza, soprattutto quando è riferita a eventi trascorsi, non fa che accentuare un senso d’insofferenza, e perpetuare la non accettazione dei dati di fatto.


3 dicembre 2012


Chi mi segue sa che ogni forma di ansia sociale genera uno stato di ansia e di disagio nel vivere diversi tipi di situazioni, ma produce anche  una cattiva percezione di se stessi.
Ciò è dunque vero sia per le persone timide, sia per gli individui che soffrono di fobia.
Il test che vi presento è, perciò, adatto per chi è afflitto da forme di timidezza, che di fobia.
Si tratta di un semplice test utile, sia a chi è già in psicoterapia, e in tal caso, serve a valutare i risultati raggiunti e misurare i progressi che ci sono stati, sia a coloro che vogliono farsi un’idea di quale sia il grado di tensione  generale rispetto al vivere situazioni sociali di vario tipo.



Per la valutazione devi assegnare a ciascuna risposta un punteggio la scala di valori che segue:
mai = 0;  a volte = 1;  il più delle volte = 2;  spesso = 3;  sempre = 4

Poi somma i punteggi. 
Se la somma è inferiore a 10, vuol dire che c’è parecchio da lavorare.
Se il punteggio totale è tra 20 e 30, rasenti la sufficienza, ma ci sono aspetti da migliorare.
Se superi 30, sei ok