Quando gli schemi cognitivi, alla base della timidezza o altre forme di ansia sociale, si formano prima dell’età adolescenziale, anche se restano latenti, abbiamo a che fare con credenze di base che sono andate a formarsi in età, nelle quali il livello di sviluppo, non è sufficiente a far rendere cosciente il soggetto dei limiti della convinzione che va costruendo; età nelle quali non è possibile cogliere la validità, relatività e contestualità di quelle interpretazioni che accettano e che assumono come proprie.
È il caso della gran parte delle persone timide e degli ansiosi in generale.
Ciò è tanto più vero, quanto minore è l’età del soggetto. Per comprendere meglio il significato di quanto affermato, farò qualche passo indietro per accennare brevemente la fase di sviluppo delle capacità intellettive dell’uomo.
Prima dei quattro anni, il bambino è in una fase pre-concettuale, a qualsiasi cosa che giunge alla sua attenzione, egli attribuisce vita animata. Prima dei sette anni, conferisce alle cose proprietà intrinseche e, non avendo ancora sviluppato la capacità di pensare in modo deduttivo e induttivo, a quanto non riesce a dare una spiegazione, gli conferisce significati e sensi in modo emotivo; pertanto, per fare un esempio, se gli si dice che è stupido o che è cattivo, assume tali dichiarazioni come caratteristiche proprie e innate: la sua mente forma credenze di base riguardante il sé che lo definiscono come tale.
È solo tra i sette e i dieci anni che, il bambino, comincia a categorizzare e a ragionare in astratto, ma ancora non riesce a relativizzare e a contestualizzare in modo compiuto le proprie esperienze.
Il pensiero è, dunque, ancora in una fase di strutturazione, stadio che si completa con l’ingresso nell’età adolescenziale che rappresenta il momento del passaggio alla fase del suo esercizio compiuto.
È il caso della gran parte delle persone timide e degli ansiosi in generale.
Ciò è tanto più vero, quanto minore è l’età del soggetto. Per comprendere meglio il significato di quanto affermato, farò qualche passo indietro per accennare brevemente la fase di sviluppo delle capacità intellettive dell’uomo.
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Max Ernst - due bambini minacciati da un usignolo |
È solo tra i sette e i dieci anni che, il bambino, comincia a categorizzare e a ragionare in astratto, ma ancora non riesce a relativizzare e a contestualizzare in modo compiuto le proprie esperienze.
Il pensiero è, dunque, ancora in una fase di strutturazione, stadio che si completa con l’ingresso nell’età adolescenziale che rappresenta il momento del passaggio alla fase del suo esercizio compiuto.