Il modo di come interpretiamo gli eventi e tutta l’attività della nostra mente, è un pullulare di pensieri. Anche quanto crediamo di non pensare, la nostra mente sta pensando.
Quando dico che la timidezza, e le altre forme di ansia sociale, sono di natura cognitiva, è implicito che c’è lo zampino determinante dei flussi di pensiero che attraversano la nostra mente.
![]() |
Edward Hopper - senza titolo |
Le difficoltà che si vivono nell’inserimento sociale, nel partecipare attivamente a una discussione, nell’esprimere pareri e pensieri, nel creare relazione, dipendono, in primis, dai pensieri evocati dalla nostra mente in merito a tali attività.
Ma quali sono i problemi di base che agiscono in questi casi?
Direi che, innanzitutto, c’è il bisogno-necessità-esigenza di essere parte di un contesto sociale, cioè, di un gruppo, di una comunità, o anche di una coppia. E ciò deriva dal fatto che l’essere umano è un animale sociale che riesce a realizzare se stesso, compiutamente ed efficacemente, se è inserito in un contesto costituito da una pluralità di persone che condividono determinati obiettivi, culture, interessi.