A molte persone timide capita una particolare sensazione di
inadeguatezza. In genere lo spiegano con frasi del tipo: “Mi sento inferiore
agli altri”, “non sono all’altezza”, “non sono in grado di confrontarmi con gli
altri”, “loro sono migliori di me”, “non sto allo stesso livello degli altri”,
“lei/lui è superiore a me”, “non sono in grado di competere”, “tutti fanno le
cose meglio di me”.
L’idea d’inferiorità si manifesta, fondamentalmente, nel momento in cui l’ansioso sociale si raffronta con gli altri.
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Papetti Alissandro – Rittrato |
Inoltre, a monte, c’è il raffronto tra quel che si vorrebbe essere e fare e la sua realtà comportamentale ed emotiva.
In questi casi, l’individuo timido adotta una logica indagatrice viziata da distorsioni cognitive come, ad esempio, l’astrazione selettiva e l’inferenza arbitraria.
In pratica, tende ad ignorare del tutto, sia i condizionamenti emotivi cui è sottoposto, sia i fattori contingenti presenti o verificatesi prima e durante l’esperienza, sia le problematicità oggettive insite nella tipologia stessa dell’esperienza.
Questa auto percezione di inferiorità può collegarsi a una credenza di base, in maniera diretta, così come può anche esserne l’espressione di una sottostante; ad esempio, può essere riferita a una idea di difettosità innata, o a una di incapacità acquisita o strutturale, oppure a un’idea di sé come fallita/o.