26 ottobre 2016


La comunicazione costituisce, senz’altro, l’ostacolo principale a una funzionale interazione interpersonale per tutti gli ansiosi sociali. La difficoltà di comunicazione, in effetti, impedisce alle persone timide di costruire relazioni in qualsiasi ambito sociale.

William Kurelek – Il labirinto
Nel descrivere il problema di non riuscire a comunicare con efficacia, le persone timide sembrano non saper uscire da una certa indeterminatezza, tendono a bloccare il proprio pensiero descrittivo alla sola manifestazione esplicita dell’ansietà.

“Non riesco mai ad esprimere ciò che penso”; “non sono in grado di esprimere dei concetti che magari ho ben chiari in mente”; “non riesco ad esprimere i miei sentimenti”; “quando spiego una mia idea, viene fuori un discorso ingarbugliato”; “nella mia testa ho moltissime idee però non riesco a farle uscire fuori dalla mia testa”; “mi inceppo e mi escono parole senza senso quando voglio dire bene qualcosa”; “ci sono molte volte in cui magari parlo proprio male”; “mi capita di saper bene ciò che voglio dire, di fissarlo in mente, ma di non saperlo dire magari con parole adatte”; “faccio fatica a parlare con la gente, quando lo faccio, parlo bisbigliando e spesso non si capisce quello che dico”; “farfuglio parole incomprensibili”.

18 ottobre 2016


La timidezza è spesso segnata da un sentimento di inferiorità verso gli altri. 

Quasi sempre questo sentimento scaturisce dal confronto tra sé stessi e gli altri, tra le abilità che si ritiene di non possedere e quelle efficaci degli altri, tra le presunte incapacità proprie e le capacità altrui, tra gli insuccessi relazionali propri e i successi altrui nell’interazione sociale, tra le personali scene mute e le loquacità degli altri, tra l’assenza di rapporti amicali o di coppia nella propria vita e l’abbondanza di amicizie e amori nella vita degli altri.

Alfred Kubin - adorazione
Il soggetto timido si scontra con la discrepanza tra l’idea desiderata del sé e il sé stesso nella vita reale. Confronta il sé ideale, ciò che aspira o ritiene di dover essere, con gli effetti della sua interazione sociale.

Come si suol dire, l’erba del vicino è sempre più verde. 

Nel momento in cui le persone timide si percepiscono difformi rispetto all’immagine del sé ideale, l’altro diventa un punto di riferimento e confronto. Misurano le proprie qualità in base alle differenze che riscontrano nel continuo confrontare sé stessi agli altri.


11 ottobre 2016


Considerare la riservatezza un pregio, o un difetto, è un atteggiamento cognitivo poco utile o anche dannoso. In sé, la riservatezza non è né buona né cattiva; il suo essere funzionale o meno, è dipendente dai fattori che la determinano.

La riservatezza può essere un tratto della personalità, un aspetto caratteriale, un comportamento adattivo, un comportamento strategico finalizzato a uno scopo.

Martín Ramírez -la via
Se la consideriamo come tratto della personalità, in buona parte, è di natura istintiva, fa parte dell’indole innata di una persona, di un modo preferenziale di rapportarsi alle esperienze. 
In tale forma la possiamo riconoscere nell’ introversione. Ma si tenga presente che in tal caso essa non implica, in alcun modo, difficoltà relazionali.

Vista come forma adattiva o strategica finalizzata allo scopo, la riservatezza è da considerare un comportamento che non implica abitudinarietà del suo manifestarsi, tende più che altro a essere temporaneo, una modalità operativa dettata dalla contingenza, da particolari condizioni che non si presentano in maniera stabile nel tempo. In letteratura, la riservatezza attrattiva è spesso utilizzata nei personaggi di agenti segreti, di soggetti criminali, di uomini politici; ma è anche riscontrabile in bambini non timidi.


4 ottobre 2016


Diversamente dall’agorafobia che, sostanzialmente, ha a che fare con il timore di una perdita del controllo di sé, nelle ansie sociali, la paura verso le persone è riferita alla percezione negativa riguardanti le qualità della propria persona.

Se, a livello cosciente, la persona timida avverte l’emozione della paura, ed è pervasa da pensieri e immagini negative in cui è l’altro a determinare le conseguenze finali, nel suo livello inconscio, accade qualcosa di diverso: l’altro, o gli altri, svolgono la stessa funzione di uno specchio. 

Francis Bacon - autoritratto
In un certo senso è come se l’immagine del sé riflessa assume i caratteri della distorsione, della corruzione, del simbolismo, della pre-assunzione. Insomma, uno specchio che riflette una immagine del sé diversa dalla realtà.

Detto in altri termini, l’ansioso sociale teme la sua trasparenza. Si tratterebbe di un sé visibile che farebbe mostra di quelle parti negative del sé che è convinto di avere.

Ora, l’essere umano è un animale gregario, avverte fortemente il bisogno materiale ed esistenziale di essere di un aggregato sociale, di essere accettato e ben voluto. In fondo, questa è la condizione necessaria per una buona vita sociale affettiva e attiva.